Da “Letto, riletto, recensito!” del 1° ottobre 2023
È “Il delitto di Via Etnea” (Fratelli Frilli Editori), di Roberta Castelli il #ConsigLIBRO Ottobre 2023
“Il delitto di via Etnea” pubblicato per i colossi del giallo Fratelli Frilli Editori, è stato scritto dalla catanese, trapiantata in Toscana, Roberta Cstelli che il 20 settembre scorso si è aggiudicata il secondo posto della sezione “B” narrativa/saggio, della V edizione del premio “Etnabook – Cultura Sotto il Vulcano”. La nostra scelta nel premiarlo libro del mese “Ottobre 2023”, onora la forza e il grande impatto ardito che la Castelli ha avuto nel costruire questa profetica opera, dedicata alla sua città, Catania.
“Manfredi era un brillante poliziotto ma ha lasciato il lavoro quando il destino, con un tiro mancino, gli ha tolto ciò che di più prezioso aveva. Mariolina invece, rimasta per sempre promessa sposa, ha solo sfiorato una felicità che non ha fatto in tempo ad afferrare, perdendo l’unica cosa che le rimaneva: il senno. Diventati amici per caso, mentre erano alla ricerca di risposte difficili da scovare, hanno trovato conforto in un’amicizia che li sostiene ancora oggi. Oltre alla passione per i casi da risolvere, in comune hanno la capacità di vedere e sentire cose che altri non riescono a percepire. In questa strana e ufficiosa indagine, i due si muovono tra le vie del malfamato quartiere Bottegaccia, cercando di capire chi possa avere ucciso Momar, il senegalese che vendeva cd in via Etnea. Ad aiutarli, l’ex collega e amico di Manfredi, l’ispettore Nicola Romano. Catania è la principale protagonista di questo romanzo, con le sue tante ferite ancora aperte e una storia che sembra volerla condannare all’eterna infelicità”. (Dalla sinossi)
E’ un giallo, di quelli meno propbabili, di quelli che il titolo già te lo fa intendere, ma anche di quelli che frattanto che lo leggi ti trovi immerso nella conoscenza dell’involuzione di una città: “Il delitto di via Etnea. Un’indagine catanese di Mariolina e Manfredi” (Fratelli Frilli Editori, pp. 28, € 16,90), è la prova magistrale dell’approdo nel firmamento letterario dell’etnea Roberta Castelli.
Ancora una donna siciliana, ancora una scrittrice siciliana che si afferma, e lo fa narrando del proprio territorio natio, dove però oltre a quello che abbiamo individuato come contorno, dunque la storia di Mariolina e Manfredi, delusi per dei fallimenti racconti in vita e di un venditore ambulante di colore che viene trovato morto in circostanze misteriose, tira fuori la propria capacità critica e di giudizio e il proprio essere ardito tradotto attraverso a storia narrata.
Roberta Castelli, seppur tra le righe, non le manda a dire a quella città che tanto ama, ma che tanto vede crollare in decenni dopo decenni, ogni volta che rientra a casa: questo perché l’autrice vive nella lontana Toscana e magai può trarre delle differenze non da poco. Continuamente, tra intervalli di stile e ottima creazione di ambienti e personaggi, ciò che appare come reale e contestuale al momento storico è proprio la descrizione di quella Catania che circa 25 anni fa sembrava riprendersi e che da un quinquennio sembra invece essere tornata quella città oscura da evitare di frequentare per problemi di natura delinquenziale.
Mettere certi elementi in una storia, in un romanzo che ti lancia definitivamente nell’accattivante mondo della letteratura non è facile, specie se non vivi nella tua città, dato che i rischi possono essere di alta contestazione, ma se si ha un briciolo di decenza umana si riconosce che il romanzo è veritiero e potrebbe anche diventare denuncia al fine di risollevare le sorti della più popolata città del sud Italia nelle ore che la movida si afferma.
La storia è intrigrante e molto articolata, ciò tiene il lettore attaccato al volume, fino a che i colpi di scena si susseguono per far prendere quel respiro che stava mancando grazie alla scorrevole scrittura. Un libro, quello della Castelli, che può essere inteso anche una guida per i luoghi da visitare e per queli da evitare; un libro che riporta a 30 anni fa ma anche al momento attuale, dove le differenze sono soltanto i ragazzi cresciuti. Un volume che rende onore a Catania, ma che tra sciami di “munnizza” invita in qualche modo a bussare alla porta delle istituzioni per gridare la necessità di rendere perla la città dell’Elelfante.