“L’Accordo” tra solitudini e amori impossibili

“L’ombra”, il nuovo romanzo di Paolo Scardanelli (pp. 235 pagine, €15, Carbonio), terzo della serie “L’Accordo”, si presenta come un eccellente noir postmoderno. Ritornano Paolo con il suo amore impossibile per Anna, Bruno, figlio di Anna, antieroe che vive la sua “malvivenza” come ribellione e come disagio e Milano con le sue atmosfere cupe che fa da sfondo a una storia dai risvolti non sempre semplici. C’è molta solitudine e c’è l’eterna lotta tra bene e male, dove il male è un gioco di posizione che determina e condiziona la vita dei protagonisti. Bruno non ha conosciuto suo padre Andrea, grande amico di Paolo, il quale a distanza di trent’anni prova ancora uno smodato amore per Anna, amata fugacemente da Andrea prima di suicidarsi. Resta un amore impossibile, che vive di scampoli e di attese, che rimane al servizio delle inquietudini di lei ma anche della salvezza di Bruno. Sono personaggi vinti, sconfitti dalle loro stesse vite, vissute all’interno di un clima psicologico che sembra essere in procinto di segnare un non ritorno. Ma cos’è l’amore impossibile se non attesa, se non scintille di fuochi sbagliati, se non illusioni frantumate nel tritacarne dell’ “impossibile”? È un romanzo che gioca pure con differenti “tempi narrativi”, quello di Paolo in prima persona e quello afferente a Bruno in terza persona.

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Ottimo al pari dei precedenti, ma diverso e non del tutto convincente lo stile: sembra troppo ricercato, aulico, forse elitario, come se l’autore avesse deciso di rivolgersi soltanto ad una determinata categoria di lettori, che lo fa, a tratti, risultare appesantito nel ritmo a volte troppo accademico e cattedratico, lontano dal linguaggio scorrevole che il lettore necessita per evadere, col rischio d’annullare la bellezza della penna col quale l’autore ha debuttato.