Da La Sicilia del 9 gennaio 2023
La metafora dell’Etna, il cataclisma che c’è in noi
“Chiodo della terra” (Scatole parlanti, pp. 265, € 17) è il debutto alla narrativa dell’etneo Roberto Zito. L’autore mette in risalto il potente cataclisma che ogni umano vive in sé socio-privatamente. Tira in ballo l’Etna e il più tragico terremoto/eruzione che mai abbia prodotto il vulcano più alto d’Europa. È dunque una metafora quella di Zito che non tradisce l’ottima capacità di scrittura e di narrazione, dove la vita di sei personaggi si incroceranno in un finale commovente e mozzafiato. Luca è il personaggio che più imprime l’idea di protagonista: ha un padre scellerato e violento e una madre vittima di questa violenza; c’è Milano, la città che lo adotta e dalla quale dovrà fuggire per tornare dopo aver colto la notizia dell’apocalittica situazione che si sta verificando nei dintorni di Catania, dove morte e distruzione di paesini della provincia del capoluogo dell’Elefante, non lascia speranze ad alcuno. Ci sono anche tre turisti, dei quali due, Matt e Lisa, si trovano sull’Etna proprio quando le prime falde si aprono facendo tremare la terra e un politico, Murabito, che rivedrà la sua posizione alla fine della tragedia.
Se da una parte l’autore lascia spiragli di ravvedimento, e li applica con approfondimenti che richiamano molto il reale della politica strutturata in Sicilia, dall’altra non manca l’impeto vendicativo che si pone in auge con naturalezza, che colpisce più di ogni altro il padre di Luca. Una nota. Ha molto incuriosito la spasmodica attesa per l’uscita questo romanzo: molto febbrile da più parti dello Stivale e non solo in Sicilia. Come mai? È pur vero che Roberto Zito è alla sua prima, ma è anche uno dei pochi premiati siciliani del prestigioso “Scrivere di Cinema”, indetto dalla Fondazione Pordenonelegge. Attesa giustificata per un talento in nuce!