Da La Sicilia del 12 dicembre 2022
Gissing, il vittoriano che seppe capire il Sud
“Verso il mar Ionio, un vittoriano al sud” (Exòrma, pp.335, € 21,00) di George Gissing, tradotto da Mauro Minervino, è la scelta che in temi non sospetti lo scrittore inglese decise di fare per scoprire aspetti e condizioni del sud dell’Italia. Interessato sin dall’inizio alla bellezza dei luoghi, Gissing dialogò molto con le persone del luogo, ponendo delle domande che potessero consegnare il risvolto che il mondo prendeva a inizio ‘900. Lascò Napoli per scorgere ancor di più cosa e come si viveva e quali potevano essere le proiezioni future ancor più a sud: in calabria e nelle zone centrali della Puglia che confinavano con la stessa regione calabrese e con la Lucania. Gissing puntò l’interesse verso le condizioni di vita delle persone più disagiate e nei luoghi periferici dove questi vivevano. Inevitabile l’incrocio con realtà che riportavano alla memoria a parallelismi con Londra e la stessa Napoli.
L’interesse di cui sopra lo spinse oltre, verso gesta di alta nobiltà d’animo e di filantropico atteggiamento similare al mito di Robin Hood, tant’è che si spinse anche verso il latrocinio di tessuti da omaggiare a quelli che divennero suoi amici, così da potersi coprire dalle variazioni climatiche più gelide. Ma non solo, provò anche il dolore dei lavori forzati perché aiutò una prostituta a ravvedersi da quel pericoloso mestiere. Intuì sin da subito che il futuro non era roseo e scrisse tanto, capendo che vi era volontà di cambiamento, ma che certe cristallizzazioni comportamentali dei luoghi non erano facili da scardinare. La Calabria, dunque, luogo che lo stupì seppur nell’ottica rovesciata in un’ annichilita distruttività figlia di certa ignoranza che ancora stentava a liberarsi di quel meridionalismo che sempre è stato messo al muro della non conoscenza.