Da La Sicilia del 28 ottobre 2022
La trasformazione estizenzial-letteraria di
“Taddeo in rivolta”
“Bastaddi” è il titolo di un romanzo di Stefano Amato che ispirato dal titolo di un film di Tarantino diede molte chiavi di lettura che permisero di aprire tante porte ai lettori. Ciò che accade al protagonista del nuovo romanzo dell’autore siracusano, “Taddeo in rivolta” (marcos y marcos, pp. 287, € 18) è una specifica psicologica della trasformazione: ma qui non si ha necessità di adesione a nessun gruppo psicoterapeutico né T-Group. Taddeo è un trentaduenne che alterna la permanenza residenziale tra le dimore della madre e del padre, separati da anni, coltivando il suo hobby per la lettura, specie per Albert Camus. Una sera d’estate, la madre, Eva Marino, prossima alla pensione da poliziotta, invita il figlio a cenare fuori, per godere di uno svago salutare. Ciò che doveva essere un bel momento si trasforma in una situazione che a dir il vero sembra essere tornata di moda: violenza gratuita e inaudita sfociata in rissa fra giovani e meno giovani. Taddeo e la madre aiutano il malmenato dall’energumeno per scoprire che trattasi di Giorgino Spagna, prepotente malandrino di quartiere ben noto alle forze dell’ordine. Questo episodio trasforma la visione della vita del pavido Taddeo che decide di modificarsi mentalmente e fisicamente, perché stanco dei bulli, erigendosi a paladino di tutte le vittime discriminate da certa gentaglia. Fosse questo il romanzo, sarebbe da cestinare, ma ai colpi di scena del reale, Amato ci ha abituati da tempo. La madre poliziotta e il padre avvocato sono dediti alla giustizia e notano ulteriori trasformazioni nel figlio, entrando in un conflitto intrafamiliare non da poco. Non stiamo qui a dirvi altro, se non che questo libro è uno stimolo a mettere ordine, ma valutando tutto ciò che il ‘dopo’ può consegnare di rimando: conviene? Buona lettura!