Da La Sicilia del 08 luglio 2022
Gioann Pòlli racconta i suoi anni e i suoi incontri
“Grazia, ma a chi possono mai interessare queste mie pagine?” Lo chiede il piemontese Gioann Pòlli a Grazia Capone che ha voluto pubblicare un libro, di genere indefinito, intriso di tracce della stessa e che apre il volume con un introduzione molto interessante. Né raffinata né rude quella del Pòlli, semplicemente una scrittura superiore, dove l’aggettivo si incarna nella semplicità di una vita vissuta, volentemente o meno sulle cime di una profonda riflessione su tutto quanto ha cercato o gli è capitato. A tratti potrebbe anche apparire come personaggio scomodo, il suo impegno per il mantenimento delle lingue regionali è stato spesso motivo di discussione, ma il policulturale Pòlli è diretto e non urla; Sibillino (non ambiguo!) rende onore al messaggio: chiaro, cristallino. Simbolo di territorialità, dichiaratosi per la sua terra, in quel nord nebbioso e fascinoso, altro che sole e marre! Ma anche il celtico dalle migliaia bellezze, che sfonda oltre l’iperuranio approdando al magico: descrizione che lo associa all’ affabulazione: per nulla! Si ricordano gli anni a Radio Padania, i progetti con la Regione Piemonte, le direzioni artistiche e gli incontri con personaggi che hanno segnato un cambiamento radicale in diverse aree del vivere comunicativo: da Travaglio commilitone di brigata ai pareri, pochi, su Bossi o Salvini: i due che più di ogni altro hanno rappresentato l’evoluzione di quella fu la Liga Veneta sino ad arrivare ad oggi, dove negli entroterra di vari sud dell’Italia, amministrazioni verdi governano. Ma non ci si ferma a questi: il G8 di Genova nel 2001, Giuliani morì e Placanica fu relegato dallo Stato a impazzire. Il Pòlli che fa analisi attente, dopo aver narrato diverse interviste, ai pacifisti, ai definiti sostanti in “zona grigia” (pacifisti ma in assetto da combattimento) o ancora i black bloc: violenza gratuita che non si è capito mai da che parte stessero. La mistica e il ricordo a Battiato. La passione che diventa certezza, della numerologia: atti spiegati sino a giungere al 7 e a “Pensiero Viola”, della Nocenzi e di Lodato. Nocenzi il fondatore del Banco, del quale onora Francesco Di Giacomo. “Il re di pietra. Oddèi”, (Sconfini, pp. 210, € 18) di Gioann Pòlli è goccia di platino nello stillicidio che troppi editori lanciano per obbligo di pubblicazioni che portino finanziamenti. Goccia dentro goccia: la prefatio è di Alberto Fortis.