Da La Sicilia del 6 luglio 2022
Quella Milano un po’ punk e molto introspettiva
In “Milano coast to coast” (Scatole Parlanti, pp. 102, € 13,00), nuova fatica letteraria del siciliano, trapiantato in Lombardia, Cateno Tempio, vengono affrontati, a tratti in modalità divertente, a tratti con una indagine che trascende l’intimo recesso dell’animo nella sua oscurità più improbabile, diversi temi della contemporaneità.
Dal postino che crea, del suo stesso lavoro, una ragnatela di insoddisfazione, che paradossalmente si presenta nel momento in cui inizia una dialogo temporale con una bambina che vedrà crescere fino alla soglia dei diciassette anni al funambolico caso di un passeggero d’aerei che porta lo stesso nome dell’aeroporto dove sta per imbarcarsi, con epilogo sorprendente e inaspettato. L’autore si muove in ambienti che richiamano la Sicilia e la provincia milanese. La scuola, le birre, le sbronze, il sesso, la bestemmia, la preoccupazione, il laissez faire in ogni capitolo, che è un racconto a se, ma che mantiene una scopia socio filosofica, per approdare a quella psichiatrica. In merito, risalta, il basico ansiogeno per la ricerca di una libertà che è palese e praticata, ma che non riconosce il protagonista di turno, con esito di una disperata risposta incline al dolore della mancata risoluzione dell’aspettativa attesa. Originale e degnamente elaborato, anche la copertina merita un plauso, “Milano coast to coast” è un perfetto libro di stagione: di tutte e quattro le stagioni! La struttura del pensiero di questo insegnante di materie umanistiche tanto amato e adorato dai suoi allievi (ricordiamo il successo dell’omaggio a Pantani, pubblicato per Villaggio Maori) introietta un mood esistenziale raffinatamente punk che richiama quella libertà dovuta.