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L’antipedagogica Heidi (Digressione 3)

18 Aprile 2015 - DIGRESSIONI

Ogni giorno, una bimba assistita da un incazzato nonno, corre felici per discese verdi e montagne bianche innevate. Al richiamo della pecorella Fiocco di neve, urla antipedagogiche si innestano nel cervello di ogni ascoltatore di passaggio da una qualsivoglia scatola o quadro che diventa TV. C’è sempre l’antitesi di un uomo solitario che vuol vivere la pace della montagna tolta da una peste sugli otto anni fracassante l’anima e l’eventuale indifferenza dei tempi solitari. Heidi va in città e al pover nonno, inizia a mancare la piccola nipotina. Ma lei torna, spietata inarrestabile e senza pietà coi suoi acuti tremendi “nonnooooo, Peterrrrr…”. Il bimbo davanti alla TV cresce educato all’urlo, al non rispetto e all’illusione che sempre si debba reagire e che seppur orfano o pseudotale, la vita è bella, in montagna o in città dalla amica paralitica Clara che per miracolo naturale dopo aver respirato l’aria montanara e assorbite le rigorose urlettine di Heidi, si alza e cammina. Pessimo esempio del consegnare il vivere ai lanciati nel mondo.

Salvatore Massimo Fazio

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