Da Segnalazione Letterarie di gennaio 2022
Salvatore Massimo Fazio, “Il tornello dei dileggi”,
Arkadia Editore, 2021, Cagliari
A cura di Alberto Raffaelli (albertoraf2@gmail.com)
Quest’eclettica figura di pensatore, giornalista, agitatore culturale e pittore, giunge a un’importante tappa del suo articolato percorso proponendo un’opera che è si “narrativa” ma in un senso molto attuale e per certi versi futuribile del termine.
“Il Tornello dei Dileggi” – titolo allusivo a un evento catanese degli anni Dieci (viaggiatore impenitente, Fazio conserva nella città natìa il proprio centro di gravità permanente) – non è lunghissimo ma potrebbe essere tante cose: autobiografia traslata (abbiamo sentito dalla bocca dell’autore che se c’è un personaggio in cui s’identifica è quello di una delle donne protagoniste), pensiero veicolato in fiction, cronaca di costume culturale, autoanalisi?
Quest’ultimo termine di sicuro non sarà gradito allo scrittore, in passato molto polemico contro l’inflazione della psicologia, e sostenitore invece dell’efficacia della pedagogia. Di qui nel “Tornello” un proliferare di dialoghi che richiamano un sostegno umano e l’abbandono del sostanziale solipsismo invece dominante nel villaggio globale 2.0 dall’arte ai social.
Ma il libro è impregnato anche proprio di individualismo, verosimile approdo – sempre provvisorio – di posizioni speculative che in passato hanno contraddistinto l’autore, portandolo alla ribalta nel dibattito filosofico contemporaneo: “nichilista ravveduto” (come recita il risvolto di copertina), provocatore a fin di bene (proprio – perché ha l’onestà intellettuale di reclamare pubblicamente tornaconto per sé stesso – ma anche in fondo per gli altri) e testa sempre in movimento non scontato (“Regressione suicida” è il titolo di un suo saggio del 2016).
Insomma, con un’opera siffatta qualsiasi incasellamento è rischioso. Più pertinente dunque sottolineare la sua miscela anche stilistica, pastiche che unisce la nevrosi drammaturgica di certi dialoghi (che dal loro punto di vista pedagogico si vogliono maiuetici) alla descrizione iperrealistica permeata di sarcasmo, fino a un lungo frammento assimilabile a uno stream of consciousness, pur se con punteggiatura (dove essa è forse sintomo di un condizionamento: resta da vedere se interiore o ambientale).
La stessa insistenza sul calcio, fenomeno nazional-popolare per eccellenza, è enfasi su un tramite che – nella società dello spettacolo – consente comprensione e consenso (come pure, anche se a livello meno ecumenico, l’evocazione di Giovanni Lindo Ferretti richiama sintonia con un altro personaggio – già attivo nel rock alternativo italico, poi passato ad altri lidi – dalle esperienze ondivaghe).
Contrariamente alla maggior parte delle recensioni, risulta alla fine difficile dare una definizione univoca per “Il Tornello dei Dileggi”: testimonianza sul senso dell’esperienza? Oppure sull’odierno rischio proliferativo di una non corrispondenza d’amorosi sensi e sulla ricerca di una sostenibile pesantezza dell’essere? Questi ultimi due sono solo un paio tra i molti calembours che potrebbero etichettare il libro di Fazio.
Ma forse un messaggio che l’autore sottoscriverebbe potrebbe essere la rivendicazione (tortuosa come le stradine di montagna percorse dai protagonisti in gita) di un’autenticità del vivere, dove passioni e ruoli ritrovino, se non proprio sincerità, almeno attendibilità esistenziale.