Da La Sicilia del 19 ottobre 2021
“Pietà per l’esistente”,
i versi di Paolo Pera oltraggioso e divertente
Paolo Pera, di Alba (CN), con ‘Pietà per l’esistente’, pubblicato lo scorso 21 settembre per la potente Ensemble, fa sognare tempi passati. Tra pittura e scrittura, questo giovane Holden contemporaneo che piuttosto che le colline ad ispirarlo (non) sono nemmeno le langhe, con la pubblicazione nella forma della poesia getta parole come colpi d’ascia, tutte inquadrate nella semplicità della ricchezza di un contenuto che trova una liaison di stile seppur si diversificano.
Come Cioran, il Pera sferra attacchi a certe ideologie che imprigionano la libertà dell’uomo, considerando la poesia terapeutica: «Ovviamente! Da Pascoli in avanti è così per diversi poeti italiani: si pensi a Saba, alla Merini e a tanti versaioli odierni… Ma lo è pure quando non lo vorrebbe essere, mettiamola così: se il pensiero, dissero un tempo, è “secrezione del cervello”, la poesia sarà la regina delle suddette. E come tale va espulsa, occorre svuotarsi da essa, e quello che esce esce – ma si può, e si deve, sempre limare… Questo i versaioli non l’intendo, poveri –. Ma non pensiamo a uno svuotamento nel solo senso “osceno”, l’è pure in quello kenotico… È un atto d’umiltà scrivere una poesia, siamo – scrivendola – cantori dell’essente e non più di noi stessi soli. Ma vallo a dire ai versaioli…». Pera, pertanto, si propone come ribaltatore della contemporaneità. Oltraggioso e divertente al contempo, lo scrittore e poeta piemontese quei colpi di ascia li lancia verso alcuni, ma in senso simbolico, per provarne il dolore su se stesso medesimo, instillando quel vedere oltre che gli ha permesso di appartenere alla ‘casta’, termine che rigetta, di intellettuali e poeti del Piemonte che non lasciano spazio a delicatezze per conquistarsi il consenso. Il 15 e 16 ottobre lo troveremo al Salone del Libro di Torino.