Da Letto, riletto, recensito! del 9 agosto 2021
La folle penna della verità del geniale Musto nelle elaborazioni del suo Maniele
Premessa
Scegliere di raccontare ‘Wonder Boy’ del geniale Daniele Musto, non è cosa facile per me. I motivi sono tanti. La scelta di saltellare da un argomento ad un altro pur tentando di mantenere una linearità è un atto e dovuto e volontatrio. Questo libro va acquistato per se e per omaggiarlo. Sappiatelo!
Parlare, scrivere, dire di questo libro (il dodicesimo della collana Sidekar di Arkadia Editore, dal titolo ‘Wonder Boy‘, (pagg. 176, € 15) plasmato egregiamente da Daniele Musto), da al lettore un piacere particolare. L’autore ci immerge in un giravolta di verità e fantasia. La verità è quella che racconta l’essere problematico dell’essere umano, la fantasia, sempre del lettore è che puo’ spaziare in lungo e in largo, aggrappandosi a un personaggio che si autorealizza con l’immaginazione. Musto, da voce al protagonista sin dall’apertura del libro, con un racconto che sa di vero e scava nella psiche umana, pur lasciandoti perplesso per quella sfaccettatura che ti proietta nell’assurdo.
Ci proverò a sviluppare una riflessione, anche se è molto complesso, proprio perché è complesso non il racconto quanto il protagonista.
Maniele Dusto causa la separazione dei genitori viene spedito quasi fosse un pacco postale alla nonna paterna Sophie. Il nostro wonder boy, ha appena cinque anni e già si trova a vivere in un mondo troppo impegnato. La nonna gli indica la strada della vita come fosse un recluso nonostante la dorata residenza familiare. Maniele è costretto a seguire i rigidi comportamenti imposti: segue le messe, a scuola giunge accompagnato dall’autista di famiglia, è vestito in modo collegiale cosa che gli crea disagio innanzi ai compagni, tant’è che a scuola subisce bullismo da quest’ultimi, sino a far rinchiudere il piccolo in se stesso, più di quanto già non lo facesse nella normale vita. Cresce maniele e ha i primi pruriti adolescenziali che lo portano a praticare la prima pugnetta. Nota che gli si gonfia l’arnese del piacere motivo per il quale ne parla con la nonna. Questi, donna pudica, viene colta da una crisi gravissima che la porterà alla morte. Ai funerali Maniele rivede i proprio genitori, ognuno con una nuova famiglia. Il ragazzo sale sull’altare per dare l’ultimo saluto alla nonna, approfittandone per sciorinare un discorso che sa tanto di follia arrivando a urlare che la nonna era morta perché sconvolta dalla sua prima pugnetta.
I genitori non fecero nulla per capire cosa stesse accadendo al ragazzo, ignorandolo totalmente e abbandonandolo nelle mani di un tutore che si sarebbere interessato del mantenimento. L’esito fu disastroso, il tutore era un truffatore, un approfittatore che sperperò quel fiume di denaro che Maniele neanche si chiedeva da dove arrivasse. La risposta venne quando il giovane, che era già cresciuto, fu informato della morte del padre, che gli lasciò atro denaro in eredità. Da questo momento la storia diventa sempre più intrigata e vede affacciarsi nella vita del ragazzo, tanti personaggi che avranno un ascendente modificatorio del comportamento.
Emerge la figura del Monna, figlio del celebre Giovanni Monari, commercialista di chiara fama, che avrà una fine ingloriosa causa una faccenda di tangenti e denaro sporco: verrà arrestato e dalla vergogna tenterà il suicidio che però fallirà, con conseguente ricovero in un istituto psichiatrico. Il ‘Monna’, unico amico di Maniele, conclusa l’università sulla scia della carriera del padre, commercialista, conseguita la laurea intraprese la carriera amministrativa diventando amministratore proprio di Maniele. Questi non sapeva nemmeno a quanto ammontasse la fortuna che il padre gli avesse lasciato.
Fin qui si è cercato di dare il senso di come vivesse Maniele. Dovremmo parlare di tutto il cammino che il NOSTRO fece dal momento del suo ingresso in casa della nonna, fino all’aduta età. La storia è molta particolareggiata, intriga per i comportamenti che potrebbero apparire srani e assurdi, che come abbiamo annunciato, sorprende il lettore, tanto da lasciarlo forse incredulo. L’imprevedibilità del personaggio, ci spinge a non dire più nulla, ma per amore della stroia e della grandezza di questo autore che sconoscevo, vi chiedo: Wonder Boy chi è? e Maniele? La risposta tra gli ospiti di Villa Serena, ist. psichiatrico gestita dal… dott. psichiatra ‘Monna’ Monari.