Da La Sicilia del 13 aprile 2021
“LA CLAVICOLA DI SAN FRANCESCO” DI DANIELE NADIR
Un thriller mistico che mette da parte lo “zombismo” di moda
Quindici anni di silenzio per Daniele Nadir, caso editoriale con “Lo stagno di fuoco” (Sperling&Kupfer). Tornato con “La clavicola di san Francesco” (21lettere edizioni, pp. 480, € 19) dalla penna dell’autore siculo-piemontese, conosciamo sette protagonisti, dei quali Uno è l’Anomalo più famoso di tutte le epoche. I sei più Uno, narrati, si conoscono in un colleggio gestito dalla Chiesa. Maturi, si ritroveranno tra chi ha preso i voti e chi ha laicizzato la propria vita. C’è Giulia che cerca il fratello, sparito a ridosso del drammatico terremoto nelle zone umbre. Mistero su mistero: cosa c’entra la clavicola del Santo d’Italia? Molto, e ve ne accorgerete, ma forse e azzardiamo a dirlo, poco potrebbe importare, perché siamo davanti a un dettaglio che seppur fa la sua parte, non è mai essenziale al cospetto piuttosto dello sfondo: questi è principio chiave che svela la formazione.
In tempi di romanzi sempre appellati ‘di formazione’, possiamo dire che questo lo è seriamente: ciò rende onore all’autore, che non abbandona il lettore, accompagnandolo verso ricerche e immettendolo in rapida crescita che la letteratura impone in brevi battute e poche pagine, anche se con “La clavicola” ne abbiamo abbastanza, sino a giungere a chiusure colossali passando dalle scelte: amicizie, famiglia prima e seconda, incontri. Dal contenuto s’ergono suggestioni che solo un grande autore riesce a metterle in parola, scritta. Nella contemporaneità dove risveglio e determinazione sono sparite a favore dello zombismo, la ricerca della clavicola è il risvolto che torna, senza far mancare il piacere dell’indagine, dal mistico al thriller per regalarci finali che richiamano scenari eco-apocalittici.