Da Letto, riletto, recensito dell’ 8 aprile 2021
Lo avalla Dora Esposito: bisogna prenderla sul serio, con leggerezza e perdonandosi. Cosa?
La formula per indovinare la vita!
Giulia, ha vissuto una vita difficile. Il romanzo fa pensare a quante Giulia ci sono che sopportano eroicamente la difficile condizione di essere donna in un mondo dispoticamente maschilista. La protagonista ha la sfortuna d’illudersi che il primo uomo incontrato all’età di diciannove anni è il suo principe azzurro eterno. Il matrimonio giunge presto, e per lei altro non è che la più crudele delle storie tra donna e uomo: la violenza domestica, intervallata dalla nascita di due figli, è descritta come è nella realtà? Probabile; perché la crudeltà inaudita e inaccettabile, narrata non può appartenere a una società definita civile. Solo dopo anni Giulia riesce a liberarsi da questo supplizio, tornando a casa dei genitori, dai quali era fuggita per inseguire il suo sogno. Gli anni passano, i suoi figli crescono e anche Giulia, quarantatreenne, mantiene la sua bellezza, non solo esteticamente con occhi azzurri e chioma bionda, ma anche per il suo carattere fortificatosi. Ciò che l’autrice narra in questo passaggio, rasenta livelli di altissima scrittura: la morte del padre, con il quale Giulia non ebbe mai un rapporto idilliaco, la addolora perché “tu non mi manchi [papà n.d.a.] ed è questo il mio dolore più grande, scusa se non mi manchi, mi sei sempre mancato, ciao pa’”.
Nel romanzo si susseguono incontri che segnano ancora di più l’esistenza della protagonista. Un giorno di ritorno da Milano destinazione Napoli, incontra in aeroporto, una strana persona, particolarmente intrigante di nome Yasmeen, ma non solo, conosce anche Jeo, modello americano in viaggio verso il capoluogo partenopeo per andare a trovare dei parenti. Questi si invaghisce di Giulia, tanto che riescono, dopo essersi sentiti più volte a raccordarsi per trascorre un week-end assieme, nonostante lei in quel periodo, vivesse una relazione con Samuel, ragazzo che passava da una storia affettiva(?) all’altra, ma che in lei aveva trovato la donna ideale. Destino volle che Samuel, nel tentativo di raggiungere la sua amata proprio nel week-end deciso con rotta Parigi assieme a Jeo, viene investito da un camion con gravi conseguenze rimanendo appeso al filo tra la vita e la morte. Ci si prepari a conoscere un’altra Esposito che con liaison da affermata scrittrice racconta di Luca, il camionista, non colpevole, dell’incidente accorso a Samuel. Quella di Luca è una storia nella storia, un romanzo nel romanzo, senza slegamenti: il tragicomico narrato fonda basi su una penna camaleontica. Quante Dora Esposito ci sono in questo romanzo che meriterebbe essere un libro consigliato per ogni stagione? I dialoghi che l’autrice fa fare alla protagonista inducono a riflessioni di momenti simpatici, come ad astrazioni o ancora ai rapporti d’intesa nei nuclei familiari. A riguardo, piacevolissimo, e qui spoileriamo solo un millessimo del talentuoso atto ispirativo dell’autrice, quando crea uno scambio di battute tra Giulia e sua madre.
Durante la preparazione di un pranzo domenicale la madre disserta su come vanno vestiti i giovani d’oggi e frattanto chiede alla figlia di assaggiare il pollo e la pasta al forno che è “la fine del mondo”. Giulia ringrazia ma non assaggia e le motivazioni sono correlate al vestiario di cui prima la madre faceva critica sui giovani d’oggi: “Non farmi assaggiare la coscia del pollo sennò mi scandalizzo, quanto alla pasta al forno, non vorrei essere la causa della fine del mondo”.
Esilaranti momenti che viviamo in tanti, ma non tutti abbiamo quell’ironia simpatica che, diciamolo chiaramente, l’autrice possiede e così come riesce a passare ad interrogativi esistenziali in ulteriori passaggi con uno degli interrogativi storici per antonomasia: la magia, è un dato reale? Si coniuga con altezze filosofiche? Forse! Così come forse la storia di Giulia potrebbe essere autobiografica: ma se mi sbaglio sicuramente non toglie nulla alla spettacolarizzazione della parola (scritta) che ho letto tutto d’un fiato (e non è una locuzione che mi piace usare) che mi ha reso felice di aver fatto la conoscenza di un’autrice con un livello di scrittura superiore.
Concludo col meraviglioso pensiero ripreso nel risvolto di copertina: “Ogni tanto chiedetevi scusa per tutte le volte che non vi siete amati abbastanza”. Su questa scia aggiungo la mia personale riflessione che per poter amare bisogna amar se stessi. Un classico, ma l’ho fatta mia.
Il successo dal giorno d’uscita di “Un giorno ti racconterò” (Arkadia 2021, pp.173, € 15) di Dora Esposito, conferma che certa editoria (ardita) fa bene a proporre nuovi autori, che nulla hanno da invidiare ai ‘colossi’ pilotati dalle major. Così facendo hanno vinto la scommessa.