Da La Sicilia del 4 febbraio 2021
Sant’Agata rubata ai suoi fedeli
Valerio Musumeci. «Con l’editore avevamo considerato l’ipotesi che quest’anno la festa non si facesse, ma non è un instant book scritto in quattro e quattr’otto per l’occasione»
“Agata rubata” (Bonfirraro, 2021), che presenta una stupenda copertina elaborata dall’artista catanese Luca Di Giovanni, è l’esordio assoluto alla narrativa del giornalista etneo Valerio Musumeci, (redattore di FocuSicilia ecollaboratore di Hashtag Sicilia). Il distinguo è doveroso, perché il giovane Musumeci tra il 2015 e il 2017 ha pubblicato contributi di saggistica per Circolo Poudhorn Editore. Pertanto con “Agata rubata” sancisce il proprio debutto alla narrativa, dove lo stesso tiene a precisare che «A dispetto del titolo, questo non è un libro sulla Festa di Sant’Agata. Non posseggo le competenze per scriverlo, farei un torto a colleghi ben informati. La Festa fa solo da sfondo».
“Agata rubata”: un titolo che si avvicina al giallo?
«L’inclinazione al genere c’è, e risale alla prima stesura dell’attuale romanzo. È del 2014, e conteneva due idee centrali: il fatto che la Festa di Sant’Agata venisse annullata per qualche motivo, e che il protagonista fosse un giornalista cinico e spietato».
Una stesura che non vide luce: perché?
«La accantonai fino al 2019, anno in cui ripresi a lavorarci fino al primo lockdown. Il libro era pronto e rivoluzionato, grazie alle idee di cui prima, sicché lo proposi: lo accolse Bonfirraro. I tempi editoriali sono lunghi, ricordo quando ricevetti risposta che poteva essere un ‘prodotto valido’. Ero felice, lo ringrazio ancor oggi per la lungimiranza».
Cade a fagiolo l’uscita, proprio quest’anno che la Festa non si farà causa Covid: non ti preoccupa l’idea che possa essere considerato scritto a tavolino?
«Con l’editore abbiamo considerato l’opportunità che quest’anno la Festa non si facesse, ma sia chiaro che il libro non è un instant book scritto in quattro e quattr’otto per l’occasione. Il dubbio può starci, ma conservo mail di confronto con amici, dove allegavo ciò che fu la prima stesura».
Stimoliamo i lettori: cosa accade in Agata rubata?
«La Festa di Sant’Agata viene annullata una settimana prima del suo inizio dal Sindaco Alessandro Amenta; la scusa è un’allerta meteo piuttosto improbabile. Contestualmente, lo stesso Sindaco lascia la città. Il giornalista Salvo Lanza, avversario del primo cittadino, non riesce a capire perché. Lanza entra in crisi, mentre Catania intorno diventa sempre più cupa. Frattanto iniziano ad accadere strani incidenti a bordo di alcuni autobus. A metterlo sulla strada giusta sarà un giovane, che lo introdurrà ad una verità difficile da afferrare. Ma Lanza dovrà riuscirci, prima dell’inizio della Festa».
Perché i capitoli sono titolati con l’anteposto “Meno”?
«È un sincronismo tra Lanza che deve approdare presto alla terribile verità, e il lettore che segue la temporalità».
Dalla prima stesura a oggi è sempre stato un giallo?
«So che può essere bevuto in una sera, ma lascio ai lettori l’interpretazione di genere. In ogni caso l’ho dedicato a tutti i veri devoti che a causa della pandemia non potranno onorare Agata tangibilmente. Sono certo che potranno, anzi potremo farlo, con il cuore».