Da Letto, riletto, recensito! del 6 ottobre 2020
“Vivi in un mondo di estranei dove ognuno pensa ai propri affari o sbircia nelle vite altrui con un telefono in mano” (Massimo Anania, Tutto l’amore che manca, Miraggi Edizioni, Torino, 2020, p. 105)
Massimo Anania, Tutto l’amore che manca – Miraggi
Il ConsigLIBRO della stagione Autunno 2020
Le recensioni in LIBRIrtà
Tutto l’amore che manca di Massimo Anania, pubblicato a settmbre 2020 per i tipi di Miraggi Edizioni è uno spaccato di verità che dovrebbe essere adottato da certuni investigatori, se non addirittura dai vertici del Ministero dell’Interno del nostro Paese, che molte vote si fermano a non trovare un colpevole o addirittura per amor di apparire perfetti professionisti della difesa, di scaraventare nelle patrei galere un innoccente. Questo è il motivo primo perché il secondo romanzo dell’autore piemontese rimarrà per l’intera stagione autunnale 2020 nella home page del nostro sito alla rubrica “Il ConsigLIBRO per la stagione […] è […]“
Il protagonista, l’autore e Ponzio Pilato
Giuseppe Spartivento è il protagonista di questa esaltante narrazione (il bravo Anania ci ha già abituato col precedente Autostop per la notte al suo modello stilistico con colpi a sorpresa e metafore importanti che si riversano nel reale), dove svolge una vita lenta, quasi noiosa, intervallata dal lavoro, come impiegato in un supermercato, frequantazione di qualche amica e la sua piccola casa, tra l’altro in affitto in una gradevole zona di Torino. Giuseppe è nativo di Bisenti, paesino abbruzzese vicino Pescara, che pare abbia dato i natali a Ponzio Pilato. Ma non sempre i problemi si risolvono lavandosene le mani.
La trama
Giuseppe Spartivento è un giovane trentottenne insoddisfatto da tutto ciò che la vita gli propone; questo malessereè fondato da una deleusione amorosa. La sua amata Isabella, con la quale si conosceva sin da ragazzino, lo ha tradito con Mario, il tutto a Bisenti, dove tutti si conoscono e tutti sanno di tutti. Frustrato d’amore senza riuscire a trovar serenità sceglie di emigrare in una grande città, Torino, lasciando nello sconforto i genitori preoccupati per la salute psico-sentimentale del figliolo.
L’impatto con la realtà sabauda non migliorò la sua situazione psicologica, piuttosto l’aggravò, tanto che il nostro, ricorse ad uno specialista psichiatrico. Se le prime sedute avevano sortito qualche effetto positivo, nel dilungarsi terapico non intravide miglioramenti che lo indussero a interrompere la terapia.
Sventure su sventure
Al contempo il supermercato dove lavorava, imporvvisamente chiuse, con conseguente sparizione del titolare che abbandonò i lavoratori senza alcuna spiegazione e senza riconoscere loro il trattamento di fine rapporto. La conseguenza della già precaria condizione psicologica di Giuseppe, detto Pino, subisce un’ulteriore stress sino a farlo sprofondare in meandri oscuri che non conoscono via d’uscita. Giuseppe cerca di reagire, ma non trova la forza per farlo, se non iniziare a fumare qualche spinello, che giorno dopo giorno diventava o un vizio o una dipendenza dove poter vivere il suo mondo parallelo, tant’è che non riuscirà ad avere rapporti sociali, se non con qualche incontro occasionale con donne (le amiche), che si risolvevano in non più di due giorni di convivenza e che spesso non sfociavano nemmeno ad avere dei rapporti sessuali. Lo stesso tra l’altro, si era imposto anche di non far sapere a nessuna di queste donne dove abitasse, perché non voleva avere legami di nessun genere così da poter sparire, proprio come il suo ex datore di lavoro, e non farsi trovare. la sua reazione, grazie alla cannabis, di tanto in tanto emergeva, ma il vero blocco era l’immagine della sua Isabella. La sua compagna sin da ragazzi, che lo aveva lasciato per un altro umo ma che nonstante tutto Pino continuava ad amare.
Specchio e pupazzatto Lego
Una sera dopo essersi guardato allo specchio finalmente reagì sferrando un pugno allo stesso che però gli procurò una ferita alla mano che non lo condizionò più di tanto. In quel momento apparve ai suoi occhi un pupazzetto Lego, che sistemò e portò con se nella tasca dei pantaloni. La reazione attivata col pugno proseguì per migliorare la sua condizione: si impose di non fumare né usare alcun tipo di droga; telefonò alla madre per risentire il profumo di casa e sperando di ottenere l’invito degli amati genitori a tornare a casa, per un periodo di relax. Durante la medesima telefonata la madre gli raccontò che nel paese vi era stato un omicidio e che gli inquirenti stavano indagando e il primo potenziale colpevole era stato individuato in Mario, proprio l’uomo con cui Isabella lo aveva tradito e col quale aveva mantenuto il rapporto fino a realizzare un fidanzamento e relazione seria, ormai assodata.
Risvegli
La notizia di quest’omicidio risvegliò in Pino speranze ormai sepolte come quella di riavvicinarsi a Isabella. In breve preparò quanto giovavagli per il viaggio di ritorno in Abruzzo, non prima però di far tappa per tre giorni ad Amsterdam, patria del vizio, dove avrebbe dato sfogo alle sue ultime voglie di marijuana. Al rientro dall’Olanda, si diresse direttamente a Bisanti.
La vita lo coinvolse nuovamente in quell’accezione positiva che da anni non riusciva più ad assaporare, respirava quell’aria del suo territorio che lo rigenerò: dalla madre che fece di tutto per rendergli il soggiorno piacevole, al padre, anche se claudicante in salute, che riuscì a rallegrarlo parlandogli di tante cose, tra queste del giuoco del calcio. Sport che Pino non seguiva, ma per quel po’ di interesse che l’argomento gli suscitava lo faceva sentire vicino alla sua squadra del cuore, la Roma, che tra le altre cose avallava ancor più benessere perché proprio in quel periodo otteneva ottimi risultavi.
L’incontro e il ritorno a Torino
Contattata Isabella, si raccordarono per vedersi. La ragazza viveva uno stato di prostrazione estremo tanto che appena vide Pino, dall’emozione le si lanciò addosso abbracciandolo e facendolo sentire nuovamente come un tempo, quando l’amore era puro tra loro. Dopo essersi raccontati le varie traversie, Isabella chiese di portarla con lui nella lontana Torino, perché in paese oramai non riusciva più a viverci a causa il coinvolgimento di Mario nell’omicidio di cui Pino aveva appreso dalla madre.
Pino pur di riaverla accettò, sognando, di portarla con sé, ma durante il viaggio e l’approdo nel capoluogo piemontese, si accorse che dell’ Isabella della quale era innamorato non era rimasto solo che l’aspetto fisico: si esprimeva in modo strano e dettagliatamente negativo. Stabilitisi a Torino, un giorno decisero di fare una gita vicino al Pò, tra una chicchiera e un amoreggiare la ragazza riaprì l’argomento del fidanzato Mario lasciandosi andare ad una confessione dove dichiarò a Pino che conosceva il vero assassino dell’omicidio di Bisanti. raccontò che di questa verità oltre a loro due ne era a conoscenza anche Mario, che dopo averlo scoperto aveva chiesto a Isabella di visitare il luogo, dove solo loro due sapevano essere, del delitto.
Il delitto (ma non è un giallo: sappiatelo!)
Pino, rimase perplesso e molto sconvolto dalla verità spoilerata da Isabella tanto da chiederle….
P.S.
Amici non posso raccontarvi tutto, già ho dato tanti indizi e ho scritto questa recensione in stile irregolare propositamente, perché? Perché ci troviamo innanzi a una lezione magistrale, come scrivo nel cappello, che Massimo Anania sta dando a investigatori, guardie, psicologi e società tutta. E il pupazzetto della Lego? Cliccate qui per sapere non come finisce, ma come si evolve il tutto.
Posso soltanto aggiungere che il libro è scritto in maniera scorrevolissima, che la storia un po’ amara che rispecchia una vita come tante in un mondo dove tutti siamo degli estranei, se lo vogliamo. Fino al 21 dicembre 2020 la cover di Tutto l’amore che manca, rimarrà in home page.