Sul mensile Paesi Etnei Oggi, Aprile 2020, ci siamo con la disamina e la recensione al libro di Vladimir Di Prima dal titolo “Avaria”, A&B Editrice.
La disamina
Da Sunday Morning dei memorabili Velvet Underground la terza strofa che così, – cantatela mentre la leggete – recita: “Watch out, the world’s behind you there’s always someone around you Who will call it’s nothing at all” (trad. “Attento, il mondo è alle tue spalle intorno ci sarà sempre qualcuno che ti chiama, non è niente”), mi si è aperto un mondo interpretativo del non etichettabile libro Avarìa dello zafferanese Vladimir Di Prima, pubblicato per i tipi di A&B editrice. Ci sono diverse donne raccontate dal Di Prima che si incontrano col protagonista di questo scritto, intriso volutamente di dubbi da consegnare al lettore, che lo accompagnano con interesse smaniante verso la fine, quando a sorpresa ti svela a chi appartiene un phoné, un suono, una voce. Il tutto ha una profonda radice ctonia (e qui possiamo scriverlo perché la bellezza prima è proprio la narrazione: sembra che stia svelando tutto, invece non lo fa affatto), nella sua accezione moderna: anni ’80, il bello, tutto è bello, anche ciò che distrugge, non dimentichiamo che sono gli anni del boom del cambio generazionale delle droghe, alla sofferente eroina, si impone la cocaina ad esempio. Ai nati, tutto è dato, in cui nasce il protagonista Morando Carcò, cresciuto bene e trovatosi spiazzato quarant’anni dopo. La sua donna lo sfancula, il denaro non è più quello di quando bimbo ne godeva, lo sprofondamento verso l’abisso lo avvolge, se non che una voce lo rilancia nella ricerca di qualcosa. Cosa? È qui la straordinaria scrittura tra leggerezza che è indice di fruibilità e incastri di interrogativi e dubbi che l’autore con un destreggiarsi da scriptum che ha superato la prova di maturità, mette in crisi esistenziale il lettore, con una domanda: “e se fossimo tutti il fallito Carcò?”, che improvvisamente grazie a quelli che parrebbero dei deja vu femmineo-vocali, rivoluziona la propria vita, sino a sentire quello che solo i grandi scrittori sanno e cioè che sono degli inguaribili bugiardi che mettono alla prova se stessi medesimi sino a non immedesimarsi, bensì panisticamente di dannunziana memoria, fondersi con la carta e il digitale che hanno prodotto dalla loro esplosiva intellettualità? “Che i sogni siano sintomi” cantava G. L. Ferretti in quota C.S.I., che il sentire una frase identica da persone diverse, non faccia pensare che stiamo per impazzire, tutt’altro, siamo certi di essere vicini alla verità. Vladimir Di Prima è un talento!
Autore: Vladimir Di Prima
Titolo: Avarìa
Edizioni: A&B Editrice
Pagg.: 111
Prezzo: € 10,00