Da L’Urlo del 12 febbraio 2020
L’intervista a Silvia De Filippi autrice di “Confidenze celate”
Crude ma che aprono a spiragli, le riflessioni dell’autrice romana sono toccasana per affrontare la vita
Silvia De Filippi, al suo esordio con Confidenze celate, affronta la tematica esistenziale per antonomasia: come reagire? Come sopravvivere? Quale risultato ottenere per superare bellezze e bruttezze?
Avete letto bene: anche le bellezze!
Non si può rimanere fermi dentro le gabbie, sennò rischiamo di suicidarci. Dunque andiamo oltre.
Pubblicata lo scorso novembre per i tipi livornesi di CTL, le abbiamo posto le classiche otto, che per cumulativa diventano sempre sei, domande.
Non vi tradiremo, vi recensiremo più avanti questo bel libro che muove dentro, ma vogliamo far parlare l’autrice, perché il rapporto col lettore si intensifichi ancora di più.
Le 6 domande sulle confidenze
Confidenza celate è il suo esordio letterario?
Si, il mio primo libro.
Come è approdata a questo editore?
Non è stato un percorso facile. Quando nell’ormai lontano 2015, iniziai a scrivere le mie prose, mi venne l’idea e il desiderio di pubblicarle. Mi ero informata un po’. Ma la strada sembrava piuttosto impraticabile. Per un lungo periodo e per altri motivi, smisi di scrivere, fintanto che ritrovata l’ispirazione ho portato a compimento la mia opera. Galeotto fu il prezioso incontro con la mia agente letteraria, dott.ssa Michela Tanfoglio, la quale dopo attenta valutazione della mia opera l’ha trasmessa alla CTL Editore. Ed è con questa casa editrice che ho pubblicato il mio libro.
Come lo presenterebbe al lettore?
È una raccolta di prose, più dettagliatamente, una raccolta di riflessioni. Tutto ciò che scrivo sono pensieri, introspezioni, esperienze, sentimenti. Racconto di argomenti diversi, toccando concetti quali la paura, la gioia, il dolore, la salute, la sensibilità, la speranza, la fragilità, la forza, il corpo come tempio dell’anima, non tralasciando personali opinioni sulla privacy (tanto calpestata nell’era dei social), l’importanza di valori come l’educazione e la cultura, approdando anche all’amore per gli animali.
Cosa le ha spinto a scrivere di questo argomento, dunque di agire per Confidenze (celate)?
Bella domanda! In realtà è quello che mi appartiene. E per questo quando prendo carta e penna, i pensieri trovano vita.
È il mio stile, il mio modo di scrivere.
Perché e per chi lo ha scritto?
Perché da sempre la scrittura mi conforta. Nella solitudine, condizione nella quale amo scrivere, la penna, mette nero su bianco sentimenti e pensieri profondi, che talune volte, o spesso ho difficoltà a esprimere. Difficoltà che incontriamo quando non siamo abituati a esplicitare le nostre emozioni, o quando, non è praticabile la strada del confronto. Per uno o mille motivi. Ecco la scrittura, oltre a essere uno strumento di conforto è anche uno strumento di confronto con me stessa, in fondo, il più importante.
Per chi? Scrivo per me. Narcisistico? no, la verità.
Come ho già detto, scrivere mi conforta.
Poi però, umilmente parlando, ho pensato che le mie parole avrebbero potuto confortare anche qualcun altro. E ricevere apprezzamenti in merito mi riempie, ogni volta, il cuore di gioia. E credo, in quei momenti, che il mio libro adempia alle sue più nobili e sincere intenzioni.
Candidature a premi oltre le confidenze: la emozionano? Ha mai sperato di uscirne vittoriosa?
Si, mi emozionano profondamente! Si l’ho desiderato, ma i risultati sono sempre stati interessanti inaspettati. e ne sono profondamente onorata. Ho partecipato a quattro concorsi per il momento. Per due attendo ancora i risultati. Per gli altri due ho avuto riconoscimenti importanti.
Il primo è il concorso nazionale Emozioni 2019 organizzato dall’associazione Eterne, con la quale ho vinto il primo premio sezione poesie e prose con “Il figlio che vorrei” (prosa edita nel libro).
Il secondo è una menzione d’onore al concorso nazionale Vox Anieme, organizzato dall’associazione “I rumori dell’anima” con la prosa “La mia cara amica solitudine” (edita nel libro).
Lo stupore che creano le prose di Silvia De Filippi, rendono attuale anche nella retroazione ciò che ogni umano si trova ad affrontare e l’intimismo dell’autrice ne è parente stretta: chi tra noi quando ci chiudiamo a riflettere non cerca la cara amica solitudine?