Da SicilyMag del 22 gennaio 2019
I Cuntigghiari, la condivisione collettiva del racconto
EVENTI I Cuntigghiari sono un gruppo di amici di Catania amanti dell’arte e della letteratura che propongono in maniera itinerante uno spettacolo informale fatto di nuova letteratura, di musica e video originali. L’ideatrice Olga Lamarca: «Vogliamo ricreare un ambiente familiare, ludico e denso di spunti». Prossimo appuntamento il 24 gennaio al Fab, ospiti Salvatore Massimo Fazio e Emiliano Cinquerrui
Cuntigghiari sono un gruppo di amici catanesi amanti dell’arte e della letteratura che propongono uno spettacolo informale ma accurato che si rivolge a chi condivide le medesime passioni, al contempo puntano a coinvolgere chi ne ha altre e però desidera provare a trascorrere una serata non banale, divertente, interessante. «Ci siamo già esibiti a Lettera 82, che grazie all’audacia artistica di Massimo e Rosi, i proprietari, si è prestata al primo esperimento; la seconda volta al Mono, dove gli organizzatori ci hanno accolto per un “aperitivo artistico”», così racconta questo esperimento artistico Olga Lamarca, coordinatrice e referente del gruppo I Cuntigghiari, che da tre anni riscuote successo a Catania, con nomi importanti del panorama artistico letterario coinvolto. L’organizzatrice, annuncia il nuovo evento che si terrà venerdì 24 gennaio alle ore 22 al Fab, in via delle scale, (scalinata che si apre da Via Umberto per accedere alla location), presso l’atelier del pittore Nunzio Papotto. E con garbo accoglie le nostre domande per saperne di più.
Ci racconti lo spettacolo?
«Si tratta di letture di brevi testi inediti, scritti appositamente per ogni serata. Parte integrante dello spettacolo sono i video originali, creati ad hoc dal regista “psichedelico” Gianpaolo Brex Sofia e le musiche interpretate dalla sensibilità di un maestro del calibro di Alberto Alibrandi. Tutti gli artisti, compresi gli scrittori, sono sempre presenti per interagire con l’opera e con il pubblico, vengono presentati o chiamati a intervenire dall’attrice Alice Ferlito che introduce e legge i testi».
Come nascono i Cuntigghiari?
«Il gruppo nasce da suggestioni personali e collettive disparate, da riflessioni tra amici accomunati dalla volontà di provare a farsi ascoltare e a sperimentarsi oltre i circuiti soliti. Abbiamo sentito il bisogno di recuperare certe funzioni antichissime dell’arte, come la condivisione collettiva del racconto, che viene arricchito in chiave contemporanea da altre impressioni, grazie a immagini video e alla musica. Ci piacerebbe avvicinare così un pubblico vasto. Fornire a tutti alternative alla serata usuale, all’alienazione di certi weekend, alla solitudine dei social. Ricreare un ambiente familiare, ludico e denso di spunti».
Quali credi siano i punti di forza del gruppo?
«Molti artisti sono presenti dalla prima esperienza dei Cuntigghiari, questo ha permesso di far conoscere e riconoscere al pubblico le caratteristiche di alcuni di noi, di avere dei fan che apprezzano gli stili o i temi. Marta Aiello propone testi introspettivi, che scandagliano l’animo umano, Francesco Gianino è uno sperimentatore, Angelo Spanò raccoglie l’eredità dei narratori siciliani e getta uno sguardo sagace sulla realtà catanese tra il comico e l’ironico, Daniele Zito, da sempre impegnato politicamente e interessato alle questioni sociali, propone, pungolando il pubblico, il tema dell’immigrazione. Varietà delle voci e molteplicità dei messaggi sono tra i punti vincenti».
E quali i punti di forza del format?
«Il format sì è stabilito, ma ha una struttura intrinseca dinamica che potenzialmente permette di aggregare all’infinito. Infatti, artisti nuovi si sono proposti per entrare a far parte del gruppo. Il che, secondo me, significa che un simile spazio mancava nel panorama sia pure vasto dell’intrattenimento siciliano, che il format piace e funziona e che la proposta è valida. Puntiamo poco sulla quantità delle apparizioni e molto sul risultato finale. Il 24 gennaio, alle 22, ci saranno altri due artisti, Emiliano Cinquerrui e Salvatore Massimo Fazio, che vi consiglio di venire a conoscere. Ci esibiremo al Fab, nello spazio suggestivo dedicato alle opere dell’artista Nunzio Papotto».
Cosa vi piacerebbe ancora ottenere?
«Questo spettacolo è il frutto della passione e dell’impegno paziente di ognuno di noi. Possiamo realizzarlo perché tutti abbiamo altri lavori, dato che doniamo il ricavato ad associazioni operanti sul territorio attivamente. A me piacerebbe destinare cifre più consistenti. Su altro versante, credo sarebbe bello potere prima o poi pubblicare i racconti del gruppo in una piccola antologia».