Elda Lanza narra le iperboli della farfalla pavone
La prima e storica conduttrice RAI, affermata scrittrice, regala un gioiello edito da Lisciani Editore
Che la farfalla pavone sia rara è un fatto assodato. Chi sia Elda Lanza vengono i brividi solo a pensarci in tempi in cui la parità dei diritti dei generi ancora non è compiuta.
Elda Lanza è stata la prima donna conduttrice della RAI. Sin dagli esordi, era il 1952 e per un ventennio a seguire, continuò a lavorarci in RAI.
Lasciato l’incarico si è dedicata alla comunicazione tout-court.
Raggiunge la notorietà anche con la scrittura: è una delle autrici di punta di Salani Editore.
Lo scorso 30 settembre ha pubblicato per la collana “Black list” di Lisciani Editore, il noir del quale leggerete, dal titolo La farfalla pavone.
La farfalla pavone
Questo insetto dai colori e dalle sagome che richiamano il pavone, è metafora della succitata pubblicazione della giornalista milanese.
Perché abbia scelto un titolo che di primo acchito accogliamo con simpatia e che poi, scorrendo le pagine, capiamo essere una fórca che ti trascina come fieno che viene raccolto e spazzato sino a portarti ad uno stato di iper ventilazione perché vuoi correre per sapere la conclusione di una storia incentrata su più elementi, non ci è dato saperlo.
Ciò che ci è dato sapere è la grandezza della Lanza nel consegnare al lettore una storia dove la fantasia sembra superare la realtà
Incombe, pertanto, la classica locuzione: “quando la fantasia supera la realtà”.
Renata la farfalla
Spoileriamo subito che la farfalla pavone è la protagonista assoluta di questo romanzo.
Con ciò sappiamo bene che non vi abbiamo detto nulla (ecco perché si è scelto di spoilerare!).
È pur vero che in quanto appartenente al genere animale il parallelismo con Renata Dosio, appunto la protagonista, pronta a tutto per vivere nel lusso, la farfalla pavone rende bene l’idea, non tanto per la sua luminosità e e per il suo colore, quanto per lo sfoggio, magari non voluto, della bellezza rara.
La vicenda
Aprendosi con una anomala scena di sangue, il romanzo racconta sin da subito di un triangolo dove solo una persona non conosce la verità, che però è convinta invece di conoscerla, è questo il colpo di scena primo.
A ritrovare il primo elemento di questo intrecciato e ansiogeno, nella tre quarti, romanzo è un ex dirigente di banca della più umida e foschiosa periferia milanese.
Un posto dove la vita scorre tra uffici, qualche villino, la chiesa, e la panetteria di Giovanni, che assieme alla moglie Gaia e alla figlia Loredana gestisce, che è punto di incontro per i pettegolezzi della zona.
Incombe e matura l’inevitabile
Un fine settimana, proprio quello del ritrovamento del panno insanguinato, diventerà il susseguirsi di episodi che porteranno ad un primo corpo ritrovato. Ed ecco il classico assassinio in pieno stile thriller-giallo-noir che apre ad uno dei punti cruciali: la figura quasi marginale del commissario Colasanti, che solo alla fine, non tanto per la sua professione quanto per l’aspetto umano e per il rigore al dovere, diverrà anch’egli protagonista, di un altro intreccio, che sfiora i sentimenti.
Elda Lanza è geniale tra Gualtiero Marchesi, i film e la farfalla
Improvvisamente l’autrice introduce, frattanto che Renata sceneggia ruoli da attrice non sul set, ma nella sua vita, scene di film, ma non descrivendole, piuttosto ricordandone i titoli sicché il lettore va a coniugare ciò che sta apprendendo dalla lettura con il ricordo di una determinata e specifica scena. Immensa Elda!
E Gualtiero Marchesi cosa c’entra? Molto, perché tutto va a cullarsi nell’alta arte della cucina, dove la protagonista e buona parte dei cooprotagonisti, hanno che fare con la cucina, addirittura ve ne sono alcuni che ebbero a frequentare e lavorare con il maestro fondatore della nuova cucina italiana.
Odori, sapori, rumori sui Navigli
Tra odori e sapori, anche dell’eros – ineguagliabile la descrizione dello charme che si avverte nei primi capitoli della nostra farfalla -, che rimandano al vissuto di Renata, ai ricordi e alla esperienza maturata dalla stessa e anche del marito, si svelerà un sogno che è il quid, nonché la risoluzione dell’intreccio che mi auguro vi abbia saputo spiegare male, al fine di incuriosirvi sempre più.
Da troppo tempo, forse 16 mesi, non consegnavo la lode ad un libro: oggi mercoledì 9 ottobre mi sento di farlo per questo volume corale e anche di formazione, proprio per quel dettame che troppe volte ci stupiamo innanzi ad azioni che sembrano impossibili accadano a noi o possano essere praticate da persone vicine a noi: la fantasia che spicca il volo di una affascinante farfalla pavone ha superato la realtà, andandosi a rifugiare in una tazza di te nella mansarda sui Navigli.
Libro splendido e significativo, che rimanda al ravvedimento, seppur non palesato nella narrazione, al cambiamento e alla necessità di capire l’altro fino in fondo perché delle volte attua certi atteggiamenti o certe novità inaspettate. Gradevole anche l’uso del dialetto lumbard nel corpo del testo.