Da Letteratitudine del 10 settembre 2019
ETNABOOK 2019: dal 19 al 21 settembre
Sta qui per piantar le tende l’EtnaBook
* * *
di Alessandro Russo
Buongiorno, mentre scrivo ora dell’Etnabook mi chiedo se sarà questa la volta buona in cui una città chiamata Catania dimostrerà d’aver voglia d’abbandonare il suo peculiare provincialismo culturale.
I fatti: allo scopo di promuovere la cultura attraverso l’esplorazione del mondo universale del libro, prenderà tra pochi giorni il via all’ombra della gloriosa Montagna l’evento Etnabook Festival. Si tratta d’una “tre giorni” ricca di incontri, presentazioni e concorsi e che partirà il 19 settembre; la direzione artistica-organizzativa è a cura di NO_NAME.
Obiettivi? Spingere il pubblico dentro le librerie in qualunque contesto si trovi e non soltanto per la moda di frequentar determinati luoghi: una promozione reale al libro come testimone di apertura del pensiero. L’evento-anteprima, organizzato dal Comune di Aci Sant’Antonio e dalla libreria Mondadori di Piazza Roma di Catania, è in programma alle 18,30 di venerdì 13 settembre al museo storico del carretto siciliano di Aci Sant’Antonio. Sarà presentata “La logica della lampara”, Ed.Einaudi, l’ultima opera di Cristina Cassar Scalia, catanese e vincitrice del premio Racalmare-Sciascia 2019; la moderazione la curerà Maristella Bonomo.
Le danze vere e proprie s’apriranno invece giovedì 19 settembre alle 10 del mattino nella sede CGIL di Catania in via Crociferi, con l’incontro “Conversazioni sulla figura storica di Nino Milazzo”, relatore Tino Vittorio, moderatore Daniele Lo Porto. «Nino, -così Tino VIttorio- è un gigante discreto che a gennaio dell’anno prossimo compirà novant’anni. “La Sicilia” avrebbe bisogno di tutti i suoi novanta anni per avere la maturità, la signorilità, l’intelligenza di un quotidiano di una città nana e volgarmente presuntuosa, polifemica, monocola. Da leggere di Nino Milazzo, “Un Italiano di Sicilia”, “L’uomo dei tramonti che amava la politica” e “I prigionieri di Sirte”. Un uomo di carattere, professionalmente bravissimo e, pertanto, inaffidabile, riconosciutone il valore (che dalle nostre parti siculo-itale è un disvalore) – dicono le vicedirezioni del “Corriere della Sera” e de “L’indipendente” e la condirezione de “La Sicilia”.»
Sarà inoltre l’Etnabook occasione ghiotta per incontrare -tra gli altri- Emanuela Ersilia Abbadessa, catanese, fresca candidata allo Strega, che presenterà il suo “È da lì che vien la luce” (Piemme Ed.) dialogando con Eva Luna Mascolino. L’appuntamento è per le 7 del pomeriggio di venerdì 20 presso alla ex-libreria e ora legatoria Prampolini di Via Vittorio Emanuele II. Non meno stimolante si prospetta l’evento fissato per le 4 p.m. del giorno successivo presso la sede CGIL di via Crociferi: presentazione di “La Sicilia nel cuore” (Algra Ed.) di Milena Privitera che dialogherà con Lisa Bechis.
In totale ci saranno una trentina di variegati eventi culturali; poi alle 9.30 di sera di sabato 21 settembre calerà in via Crociferi il sipario dell’Etnabook Festival con “Momento storico o tendenza eterna? Il fascismo ai tempi della crisi”, incontro con Antonio Di Grado, Emanuele Fadda e Rosario Mangiameli, modera Mattia Gambilonghi. «Non c’è nazione moderna –parola di Antonio Di Grado- che non sia nata da un cruento rivolgimento, politico o religioso, che l’ha spaccata in due; e non c’è democrazia autentica che non si fondi sopra nette scelte di campo, o appassionate professioni di fede. Antifascismo, dunque, come principio indispensabile. Come la memoria, dolorosamente ma necessariamente “divisa”.»
«Etnabook –mi confida Salvatore Massimo Fazio- è una realtà giovane, composta da giovani, che hanno però notevole esperienza nell’organizzazione di eventi cinematografici e altre forme culturali, compresa la letteratura. Parlo di Giampiero Gobbi, instancabile social-man dell’intellighenzia catanese, di Cirino Cristaldi, scrittore-saggista e di Sara Adorno, stakanovista dell’ufficio stampa. La loro volontà si è sviluppata nel tentativo di coinvolgere le librerie del centro storico per allargarsi all’hinterland, dentro i centri commerciali a dare anima alle librerie che sono lì. E qualcosa di storico lo hanno concluso: con l’aiuto dell’associazione “Dirty Dozen”, hanno coinvolto le biblioteche regionali presenti nel territorio etneo dove si terranno incontri. Il comune di Aci Sant’Antonio e quello di Sant’Agata Li Battiati sono stati gli unici a darci un patrocinio, consegnandoci degli spazi e un encomio per i nostri ospiti: non è poco.
Ritornando agli ospiti, partiamo da Daniele Zito che presenterà in anteprima “Uno di noi” pubblicato per Miraggi. Ci sarà inoltre la catanese Katya Maugeri che con il saggio edito da Villaggio Maori “Liberaci dai nostri mali”, ha compiuto un’indagine sulle carceri e sui dolori dei detenuti; ci saranno anche Francesco Filippi che ha scritto “Mussolini ha fatto anche cose buone” per Bollati Boringheri, Laura Tangherlini, giornalista di Rainews, Fausto Pirrello che con “Noseum” per Scatole Parlanti si è imposto all’attenzione nazionale e infine Giovanni Magrì, assegnista di ricerca in Filosofia del diritto all’Università di Catania. Il punto di forza di Etnabook sarà però il concorso legato al festival, un concorso importante a partire dal titolo “Cultura sotto il vulcano” e che sarà districato in tre sezioni. Io e lo dico con orgoglio, sarò presidente della giuria, una giuria tecnica composta da Sal Costa, Milena Privitera, Samantha Viva, Nunzio Famoso, Deborah Scalzo e Mariateresa Papale per la sezione saggio-narrativa. Marco Tomaselli, Agnese Maugeri e Dario Miele sono invece i giurati della sezione poesia; parteciperanno al concorso autori emergenti e nomi che sono arrivati ad esser candidati allo Strega.
Il grande equivoco che i detrattori di questo festival hanno cercato di strumentalizzare è la tematica scelta, un antifascismo che vuole essere una presa di posizione di ciò che accade nel mondo. Quel razzismo dominante che si sta muovendo a trecentosessanta gradi, l’antisemitismo, la mancanza di rispetto per le minoranze e le differenti etnie e religioni. Uno scambio di vedute per proliferare il benessere, l’accettazione del giusto, coinvolgendo tutti in dibattiti su una tematica che non sarà vincolata ad alcune posizioni politiche. Impossibile infatti creare cultura ed escludere altri: il confronto è indispensabile.»