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SMF per L’Urlo – L’apologia poetica dell’anarchico Luca Alfano

6 Febbraio 2019 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, Interviste
SMF per L’Urlo – L’apologia poetica dell’anarchico Luca Alfano

Da L’Urlo del 6.2.19

L’apologia poetica dell’anarchico Luca Alfano

Il ragusano scovato in una antologia di alta qualità.

Non molto giovane emigra verso la capitale, ma il segreto lo si scopre dopo: è l’amore, quello bello, quello grande, quello al quale non sapremo mai se ci credeva… o forse no, perché il nome di Luca Alfano, poeta anarchico, della provincia più anarchica della Sicilia, Ragusa, lo abbiamo trovato in una antologia… e come era, ed è ancora, suo stile non ha comunicato nulla, tanto che se urlava lo faceva per disturbare e provocare, mai però per auto referenzialità. Ma sua maestà il caso ci fece incontrare diversi anni fa, ci fecero una foto, riuscimmo ad averla. Lo avevo perso, non sapevo più nulla di quel mio amico conosciuto con uno scontro dialettico che rischiava la rissa, invece il tempo…

…ha voluto che mi ritrovassi una silloge di poeti e narratori in mano: leggo il tuo nome, dove sei?

«Per strada, in pausa. Vicino Roma».

Luca Alfano, poeta ed espositore di un malumore che forse non riconosceva? C’è gioia adesso? C’è un segreto?

«A mio parere, il segreto per un’esistenza felice è svelarsi a se stessi, avventurarsi e spingersi fino ai confini del proprio essere».

Scrivi pertanto, casualmente o con volontà? E cosa o chi ti avrebbe ispirato?

«Ciò che scrivo è il risultato dei miei viaggi interiori.

Insieme a quei “maledetti poeti” dei fiori del male dell’intelletto, ho nutrito e dissetato quella mia insana voglia di trascrivere ciò che il mio cuore detta.

I Bukowski, i Pascal, gli Angiolieri e i Villon sono viaggiatori nel mio viaggio in quel treno di panna con la sublime colonna sonora di un Faber mai scomparso».

Sei a Roma dunque, desideravi abbandonare la natia Sicilia? E queste tu poesie, sono fonte d’emigrazione?

«La raccolta di queste “Mie” è il lavoro meticoloso della mia compagna, amica, amante, moglie. Lei ha creato l’opera. Prima erano solo versi sparsi e dispersi. Il mio “Passeggero Oscuro” rispecchia quel riflesso distorto della mia coscienza».

Il passeggero Oscuro… fu una rarità, poi smarrita. L’amore riordina tutto? O un nuovo ordine mai conosciuto prima? O Roma che è magica ha influenzato?

«Adesso, “dentro le mura” di una Roma che fu Caput Mundi, la mia poesia si è arricchita e i versi sbocciano fra gli abbracci di chi amo».

Perché non hai sponsorizzato la tua presenza in una antologia?

«Sono state pubblicate solo alcune poesie per Poeti e Poesia, un raccolta con altri autori. Nient’altro, perché dovevo mai sponsorizzarmi?»

Sei un talento e io li scopro i talenti, non li costruisco, li scopro e li avvio, e alcuni hanno deciso di viverci col frutto del guadagno. Dalla sensibilissima tua penna che è cultura pura, qualcosa è tornato?

«Solo lo sfizio mi son tolto, con Ispirazioni. Il solo e semplice piacere di vedere il mio nome in una raccolta. Per il resto, niente come guadagno, ma molte soddisfazioni:
dai cofanetti da regalare con una copia e una bottiglia con dentro una mia poesia, una idea carina direi, a un montaggio di un video con una mia narrata da un attore messa in rete sul social YouTube, (IspirazioniLuca Alfano Giudeo). infine la raccolta con edizione Pagine srl è stata messa in vendita su Amazon a 9.99. Non è arrivato mai alcun assegno, ma che mi importa…»

Colgo piacere, ma sembra ossimoricamente dolore e rassegnazione. Sbaglio?

«Sbagli, non è proprio così. Mi piacerebbe pubblicare la mia raccolta della quale ti dicevo prima.
Aspetto paziente che capiti l’opportunità, quella giusta, frattanto continuo a scrivere e felice a lavorare, sono un autotrasportatore felice, grazie in primisall’ispirazione che non manca. Ho la mia musa!»

Dunque è chiaro che il tuo trasferimento da Ragusa a Roma ha spolverato la vitalità artistica che è in te, mettendola seriamente a ‘rischio’ successo?

«Riconosco una sola cosa, avevo poche prospettive… ora é».

In calce la poesia Giudeo asportabile nel video postato

Giudeo

Teste chine,
sguardi spenti,
spettri di uomini si aggirano
curvi su se stessi.
Giudeo mi chiamo,
per non dimenticarlo
una stella al braccio porto.
Per loro sono
metà verme,
per metà ratto,
le mie sembianze di uomo sono errate.
Non sono nato,
lo ricorderei,
non ho né padre né madre,
non ho un nome,
ma ricordo il numero,
lo hanno impresso sul braccio per non dimenticarlo.
L’ultimo mio ricordo,
il mio ultimo respiro,
un viaggio su per il camino
ed ora sono vento,
libero di esserlo. (Luca Alfano)

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