Un libro profondo e introspettivo quello di Mark Cousins, che storicizza momenti di bellezza, di piacere e di dolore della storia del mondo. Dello sguardo!
Libro con gli occhi
Sin dalla copertina capiamo che ci si trova davanti ad un capolavoro. Chi lo ha esteso è il regista irlandese Mark Cousins che ci induce e spinge a domande.
O a un’opera?
Un evento sportivo?
L’ episodio della propria vita riflesso in altri?
Il dolore dello schiavo
Lo sguardo di uno schiavo, merce di scambio, di umiliazione, di imbarazzo, di cattiveria e tracotanza.
Ecco cosa c’è nello sguardo di questi poveri uomini abusati e oltraggiati?
Mark Cousins, con questa trovata illuminante, che non è una mossa di mercato, bensì uno studio approfondito, si afferma come scrittore di storia. Studio che escava nelle radici del pensiero.
La percezione
Ogni istante vissuto, perpetrato, analizzato è unico e immutabile. Mutabilie lo diventa soltanto se chi approfondisce è diverso da un altro.
Un soggetto X percepisce qualcosa in meno o in più di tutti i soggetti infiniti del mondo che si trovano innanzi alla medesima novità.
Ma anche lo sguardo che rivede una immagine, una scena, dei ciclisti nudi che manifestano. Prima si esalta, delira, infine pudicizia.
545 pagine di foto e descrizione
Foto, le più significative secondo l’autore. Per essere guardate e osannate o scartate dal lettore. Foto che riprendono momenti di chi le ha guardate e improvvisamente ha cambiato le sorti della propria esistenza.
Ma sguardo anche per sapere qualcosa che è insinuato nel più profondo recesso dell’anima: “guardare – viene riproposto nella quarta di copertina – [con diverso tipo di attenzione e angolazione il corsivo è nostro], fa di noi ciò che siamo”.
Questo libro dice tanto e non si può aggiunger altro per presentarlo. Sappiamo che è il volume che non può mancare nel vostro scaffale. Per appassionati, o curiosi, o cultori del cartaceo, lui non, nuovamente, deve mancare.
Una nota
Mark Cousins è proprio il regista del documentario The story of film: An Odyssey