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SMF intervistato da Giorgia Lodato per Sicilian Post

14 Novembre 2018 - Articoli su S.M. Fazio
SMF intervistato da Giorgia Lodato per Sicilian Post

Sal­va­to­re Mas­si­mo Fa­zio: «La mia re­gres­sio­ne sui­ci­da? Una fi­lo­so­fia per ri­par­ti­re da­gli er­ro­ri»

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Lo scrit­to­re ca­ta­ne­se  è uno dei sei fi­na­li­sti del­la se­zio­ne sag­gi­sti­ca del­la quin­di­ce­si­ma edi­zio­ne del Con­tro­pre­mio let­te­ra­rio Car­ver, nato a Roma con l’in­ten­to di espri­me­re un giu­di­zio su­gli au­to­ri del li­bro e non su tut­to ciò che ci sta die­tro.

«L’im­por­tan­za di ri­ce­ve­re que­sto ri­co­no­sci­men­to in­di­pen­den­te, con­si­de­ra­to uno dei mi­glio­ri d’I­ta­lia, sta nel fat­to che la giu­ra for­ma­ta da let­to­ri, gior­na­li­sti, scrit­to­ri, ad­det­ti ai la­vo­ri, cri­ti­ci e agen­ti let­te­ra­ri non guar­da i nomi sul­le co­per­ti­ne o la casa edi­tri­ce, ma la va­len­za del­l’o­pe­ra» – os­ser­va Fa­zio, pre­mia­to per Re­gres­sio­ne sui­ci­da del­l’ab­ban­do­no di­spe­ra­to di Emil Cio­ran e Man­lio Sga­lam­bro(Bon­fir­ra­ro), pub­bli­ca­to nel­l’ot­to­bre del 2016.

Sono pro­prio le mo­ti­va­zio­ni e i cri­te­ri con cui ven­go­no se­le­zio­na­ti i fi­na­li­sti, uno per ogni ca­te­go­ria tra qua­si set­te­mi­la li­bri let­ti ed esa­mi­na­ti, a chia­ri­re le in­ten­zio­ni del pre­mio let­te­ra­rio in­di­pen­den­te, che ac­cen­de i ri­flet­to­ri sul­la let­tu­ra e la ri­cer­ca di nuo­ve sto­rie, for­me e sti­li.

Sono di­ciot­to i fi­na­li­sti che sa­ba­to 11 no­vem­bre si riu­ni­ran­no a Luc­ca per la ce­ri­mo­nia di pre­mia­zio­ne, che si svol­ge­rà dal­le 15 pres­so l’au­di­to­rium del cen­tro cul­tu­ra­le Ago­rà, in pie­no cen­tro sto­ri­co. A con­dur­re l’e­ven­to – or­ga­niz­za­to dal­la piat­ta­for­ma let­te­ra­ria Pro­spek­ti­va in col­la­bo­ra­zio­ne con Pro­spet­ti­va, Tra­le­ri­ghe li­bri e as­so­cia­zio­ne Hi­sto­ri­ca Lu­cen­se – l’e­di­to­re e gior­na­li­sta An­drea Gian­na­si, che come da tra­di­zio­ne pre­sen­te­rà i li­bri di­scu­ten­do­ne con gli au­to­ri, che ar­ri­va­no da tut­ta la pe­ni­so­la: Roma, La Spe­zia, Ver­cel­li, Pi­sto­ia, Ra­ven­na, Na­po­li, Cro­to­ne, Ber­ga­mo, Chie­ti, Fi­ren­ze, Ca­ta­nia, Tren­to e mol­te al­tre cit­tà an­co­ra.

«Se devo es­se­re sin­ce­ro non co­no­sce­vo que­sto con­cor­so let­te­ra­rio – am­met­te l’au­to­re ca­ta­ne­se – vin­to ne­gli anni da tan­ti nomi il­lu­stri. Ed è sta­ta una bel­la sor­pre­sa tro­var­ci il mio, so­prat­tut­to per­ché l’in­ten­to prin­ci­pa­le del­l’as­so­cia­zio­ne Pro­spek­ti­va è va­lu­ta­re l’o­pe­ra sen­za con­si­de­ra­re se sei un pre­mio No­bel o l’ul­ti­mo ar­ri­va­to».

Re­gres­sio­ne sui­ci­da esce a sei anni di di­stan­za dal for­tu­na­to In­son­nie, che ha con­tri­bui­to a ren­de­re po­po­la­re Sal­va­to­re Mas­si­mo Fa­zio tra i let­to­ri di tut­to lo sti­va­le. «In que­sto li­bro pro­vo a di­sin­te­gra­re quel­li che sono sta­ti per me due mae­stri, il fi­lo­so­fo e sag­gi­sta ru­me­no Emil Cio­ran e il fi­lo­so­fo e poe­ta si­ci­lia­no Man­lio Sga­lam­bro, di cui scon­fes­so la gran­dez­za che in mol­ti ci han­no vi­sto at­tra­ver­so il gio­co di pa­ro­le crea­to in­tor­no al con­cet­to di re­gre­di­re. Tor­na­re in­die­tro e ri­guar­da­re un po’ tut­to quel­lo che si è fat­to fino a quel mo­men­to, per poi ri­par­ti­re».

Il sui­ci­dio, dun­que, al­tro non è che sui­ci­da­re tut­te le azio­ni er­ra­te di se stes­si e lo spie­ga bene, Mas­si­mo Fa­zio, nel te­sto dove si con­ge­da da que­sti due per­so­nag­gi. «Me ne se­pa­ro già dal­le pri­me pa­gi­ne del li­bro, dove spie­go che cosa è ac­ca­du­to tra noi ed espon­go la tesi del ni­chi­li­smo co­gni­ti­vo di cui sono teo­riz­za­to­re, che si dis­so­cia com­ple­ta­men­te dal­le teo­rie di que­sti due pen­sa­to­ri».

«Nei pri­mi due ca­pi­to­li – con­ti­nua Fa­zio – mi pre­sen­to fa­cen­do­li dia­lo­ga­re con me, men­tre nel ter­zo ini­zia un dia­lo­go sen­za egua­li tra loro due». Nel­la con­clu­sio­ne, in­ve­ce, si spie­ga come il con­cet­to di re­gre­di­re sui­ci­da­rio non è da le­gar­si esclu­si­va­men­te al ver­bo sui­ci­da­re, ma rap­pre­sen­ta «un tor­na­re in­die­tro, un mo­men­to sen­ti­men­ta­le in cui ri­vi­ve­re e bril­la­re di luce pro­pria, sep­pur in quel ni­chi­li­smo co­gni­ti­vo di cui par­la­va­mo poc’an­zi».

A pre­scin­de­re dal ri­sul­ta­to fi­na­le che ver­rà sta­bi­li­to sa­ba­to a Luc­ca, ar­ri­va­re tra i sei fi­na­li­sti del Con­tro­pre­mio let­te­ra­rio Car­ver è sta­to per Fa­zio un ri­co­no­sci­men­to im­por­tan­te e ina­spet­ta­to. «L’o­pe­ra ha una va­len­za im­pres­sio­nan­te, ci sono sta­to sei anni a scri­ver­la ed è sta­ta pre­sen­ta­ta in tut­ta Ita­lia, da Co­sen­za ad Avel­li­no, da Ivrea alla Ma­ri­na di Li­bri di Ra­gu­sa. È sta­ta ac­com­pa­gna­ta an­che da pa­rec­chia con­te­sta­zio­ne per­ché è im­pron­ta­ta sul­la si­ste­ma­ti­ci­tà ac­ca­de­mi­ca. Ma – con­clu­de Fa­zio – tor­ne­rò più vol­ga­re di pri­ma».

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