L’esordio della giovane Laura Fusconi si annunzia come un best seller. La scelta diffusoria della editrice romana FAZI, ha ben curato le mosse di lancio: Volo di paglia è un capolavoro di narrativa con forte connotazione storica, che si svolge in una meravigliosa vallata piacentina e nella mente dell’autrice rivivono le forme di resistenza che ad oggi non abbiamo letto con facilità da nessuna altra parte, durante il periodo dell’abuso delle camicie nere, del fascismo, quello più grezzo, quello nelle mani di certuni che avevano pieni poteri di mettere ordine e invece producevano lo squallore che desideravano.
Laura, giovane non ancora trentenne, bellissima e delicata, mi ha accolto con gentilezza, rievocando il romantico momento della ricerca e dell’importante lavoro durato tre anni, fino al ricevimento della telefonata da parte di Fazi, che si propone come una realtà seria che investe sui propri autori; ecco perché ad ogni libro vediamo ottima pubblicità sui giornali di genere e sui quotidiani nazionali e poi ancora recensioni e interviste da più parti, che coinvolgono i blogger più affermati e i giornalisti migliori. Ecco, dicevo, la gentilezza ci ha fatto capire quanto sia importante la sintonia tra autore ed editore, con l’intermediazione di bravissimi agenti letterari. Non rimarrà inosservato questo romanzo pubblicato il 30 agosto scorso.
Hai studiato alla Holden…
«…sì, dopo essermi laureata in Graphic Design e Art Direction alla Naba di Milano. Alla Holden ho frequentato il college di scrittura, della durata di due anni.»
Certo i frutti non hanno tardato ad arrivare. Hai esordito con Fazi: come ti trovi? Libertà, restrizioni? Lo chiedo a diversi esordienti, a causa di quegli editori che ti blindano 10 anni, non ti fanno un minimo di pubblicità nazionale ed esigono che tu investa la tua vita per far apparire il loro nome nella stampa nazionale…
«No, no: da Fazi sono bravissimi e serissimi, danno consigli intelligenti, pur lasciando allo scrittore piena libertà.»
Quando hai iniziato a scrivere “Volo di paglia”?
«Tre anni fa: è stato un lavoro molto lungo, in cui sono stata supportata dal mio agente. A luglio 2017 ho ottenuto il contratto con Fazi e il 30 agosto di quest’anno il libro è stato pubblicato.»
Il tuo esordio è imponente, sei lanciata nel firmamento, sei molto apprezzata e da ciò che ho visto in questi primi giorni, tra i primi cinque più venduti. Dopo il caso Camurri con NN Editore, sembrerebbe esserci proprio Laura Fusconi. Hai scritto un romanzo con un riferimento storico, non indifferente. Mi ha colpito in particolare il personaggio del prete, don Antonio, che resiste al fascismo. Come è uscito fuori?
«Ho parlato con la gente che ha vissuto quegli anni e mi sono emozionata. Dato che non ho vissuto il fascismo in prima persona, mi sono sempre chiesta come mi sarei comportata io sotto una dittatura e ammiro davvero chi, come don Antonio, è riuscito a resistere affermando la propria libertà intellettuale.»
Perché il titolo “Volo di paglia”?
«È un gioco che fanno i bimbi che vivono in campagna; l’ho fatto pure io, quando in estate trascorrevo le vacanze nella campagna piacentina, vicino a Verdeto.»
Cosa succede quando ci si rivolge ad un agente letterario, che riesce a portarti alla corte di Fazi, che non è un editore che stampa e produce tutti, vincolando gli scrittori e giocando diabolicamente sulla questione “io ti produco tu devi darmi tutto”. Ecco: che emozione hai provato?
«Ero in treno quando ho ricevuto la telefonata in cui mi si comunicava che Fazi aveva accettato il mio lavoro: è stata davvero una grandissima emozione. La signora che era davanti me sul treno è stata la prima a saperlo.»
…e ti credo, certi livelli di serietà non si incontrano spesso. C’è una casa di ricordi nel romanzo. C’è un nome reale, che hai riportato? O un personaggio attuale “tradotto” nel romanzo storico?
«Di reale c’è la cornice geografica della vallata intorno al paese di Verdeto, sulle prime colline del piacentino. Nomi, personaggi e vicende sono frutto della mia fantasia, sulla base di tanti racconti e storie, che da sempre vengono tramandate in quei luoghi. Come già dicevo, sono stati una grande ispirazione i documenti relativi all’epoca fascista.»
Per chi volesse provare a scrivere, il consiglio quale sarebbe?
«Consiglierei di partire scrivendo racconti e di spedirli a riviste letterarie, sia online che cartacee, che rappresentano il primo momento di confronto sia col pubblico che con l’editoria. È, infine, importante affidarsi a una buona agenzia letteraria.»
La foto di Laura Fusconi è ripresa da viadeiserpenti.it