Il nostro Salvatore Massimo Fazio intervistato da Ignazio De Luca su laspiapress.com
sul daspo al capo ultras della curva nord del Calcio Catania.
Michele Spampinato è un volto noto a Catania, infatti ha trasformato il modo di fare tifo e non solo nella città etnea, tanto che viene considerato esempio di correttezza nei margini del tifo.
C’è chi lo ha appellato, forse offendendolo, come capopopolo (cfr. La Repubblica), che riesce a rivoltare masse di persone contro la dirigenza. C’è chi assieme a Michele ha scritto un valido libro, il giornalista Luigi Pulvirenti e c’è chi di questo libro si è totalmente infatuato, e non è un nome da poco, si tratta del coraggioso intellettuale e pensatore catanese Salvatore Massimo Fazio, proprio quello che viene definito come fondatore della corrente filosofica del nichilismo cognitivo, (coraggioso perché, come riporta ‘ultimo numero di una nota rivista mensile è “schierato contro tutte le forme di mafia senza timori”), tanto da scandagliarlo facendone una analisi socio-filosofica che pubblicò in diretta 3 anni fa in un post su facebook che ebbe una risonanza nazionale.
In seguito, Fazio ha conosciuto Michele e ai suoi dibattiti, incontri, e inviti, difficilmente dimentica di citarlo come esempio al pari di filosofi che hanno fatto la sua formazione come Cioran o Sgalambro o Caraco, o calciatori come Bruno Conti, Ennio Mastalli, Aldo Cantarutti, Lothar Matthaus, Roberto Mancini o Francesco Totti, che hanno addolcito i suoi svaghi negli stadi italiani o davanti la tv o ancora politici come Almirante, Rauti, Pisanò e il solo sinistrorso Berlinguer, che ricorda più dai libri e da qualche vago episodio visto e rivisto centinai di volte.
“Michele è una persona perbene – esordisce Massimo -, un cultore e conoscitore di musica, una persona che è nata nello stesso quartiere dove sono nato io, in casa, come sono nato io, uno che ha sgobbato e sgobba per il lavoro, per alzarsi alle 6 e affrontare la giornata lavorativa. Michele è un intellettuale e con questo termine, non voglio far discriminazione: lo è e basta! La questione che mi stai comunicando, manco la sapevo e sto rimanendoci male, molto male, perché ricordo che qualche anno fa ebbe a rientrare dopo un lungo daspo per degli episodi accaduti anni prima a Bergamo, città natia del mio amico Vittorio (Feltri n.d.r.) dove son sempre ben accolto e dallo stesso e da altri amici. Mi incazzo fortemente su una situazione di questo genere, io non sono un ultrà, e attenzione non lo dico perché voglio prendere le distanze, tutt’altro, mi sarebbe piaciuto esser parte integrante di un gruppo e di una realtà ‘sociologica’, che ho visto con i miei occhi, Michele si è mosso ad esempio per caricare pacchi pesantissimi in dei furgoncini, per raccogliere coperte e vivande per i terremotati di Amatrice. Questo viene dimenticato, così come vengono dimenticati gli oltraggi che giornalmente lo stato, per favore scrivilo in minuscolo – chiede Massimo Fazio -, pratica contro il cittadino. Che male c’è se io mi scontro con l’ottimismo di quel poeta romagnolo di cui non ricordo il nome che appariva sempre nelle pubblicità? Che male c’è se almeno gli ultrà difendono il proprio territorio e difendendolo, onorano tutta la città? Lo so che le critiche piovono a una dichiarazione come questa, ma io non sono uno che tace davanti ad una minchiata. A me della cavolata della violenza negli stadi non importa nulla, penso a violenze più grandi, ad abusi di potere, stile Diaz a Genova o a quel poliziotto che appena due inverni fa, durante le festività agatine, quando mi tamponarono nella calca e gli finii contro, mi disse ‘su non ti sta luvannu ti scattiu na tumbulata’ con relativa replica mia ‘qui sono davanti a te, vai, abusa contro l’unico non col sacco, fai l’eroe, poi la stampa magari scrive a chi hai aggredito e fai la figura di ciò che sei diventato’ e attenzione, qui io non sono come quel tipo no-tav che ha chiamato ‘pecorella’ un carabiniere che faceva servizio d’ordine, qui fui aggredito a gratis … ecco a questi dovrebbero dare il daspo non a vita, ma dalla vita, il divieto di circolare e invece li mettono a difesa del cittadino, non dimentichiamolo, quanti di questi entrano nei locali e si osano licenze che non potrebbero, e allora? Accetto il daspo di un ultrà, per giunta persona che ha modificato canoni e aperto al mondo ultrà attraverso la sua laicità? Quell’altro articolo su Repubblicadi cui mi dicevi, ma che significa? Adesso io tifoso non posso mandare una lettera alla società per chiedergli perché non comperano un giocatore e ci fa far la figura dei fessi e ci ammala le domeniche? Senti poi eventualmente chi era questa povera vittima: uno che avrebbe poi acquistato tanti biglietti dei treni che partivano alle ore 33 e 33″.
Massimo scusa, sei nervoso, ma dove orbita il mondo ultrà campeggia una scritta “ROMA MERDA” e tu non hai mai nascosto simpatie per Roma città e Roma sponda giallorossa …
” … e che significa? Se la dobbiamo dire tutta allora, partiamo dal 1982, Italia campione del mondo, Bruno Conti, fa impazzire un bambino di 8 anni, e tifa per lui e per la squadra per la quale gioca, frattanto passa un anno, il Catania del grande presidente Massimino torna in serie A e mio padre mi portava in tribuna B e nei gradoni a vedere le partite di quell’annata che poi portò il Catania ai famosi spareggi a Roma, dove il 98% dei romani che sostennero il Catania erano i romanisti … e allora tifare per ambedue non è un reato. Poi le cose cambiano e viene toccato il mio amico Michele, io mi affievolisco col calcio, la filosofia mi prende, un giorno dissi chiaramente, non mi parlate di calcio se non delle squadre di Catania, il Catania, l’Atletico, la Pais, insomma, perchè il rifiuto non me lo fanno venire gli ultrà, ma chi strumentalizza”.
Ma non puoi negare che certe violenze che si realizzano negli stadi sono tragedie …
” … io non nego che a Roma, un papà ha portato suo figlio di 6 anni allo stadio qualche anno fa, finita la partita è uscito per tornarsene a casa e sono morti per un incidente stradale, lasciando sole una madre/moglie e una sorellina/figlioletta … però la difesa del proprio territorio è cosa sacra, e guarda che non sto politicizzando la cosa, a me non fa impressione l’immigrato che si lava per strada, perché so che mi posso trovare io ad aver bisogno di pulirmi e cerco un angolo, a me fa impressione lo statarello che toglie le ronde autoorganizzatesi, che siano sportive, o politiche di destra o di sinistra, certo è ben noto da che parte sto, ma guarda che una grande alleanza contro chi ti toglie il respiro sarebbe la cosa necessaria … e Michele è una persona che, non dimentichiamolo, per la meritocrazia di far giocare il calcio catania femminile nel campionato che gli compete, la serie B se non erro, campionato che ha conquistato credo per tre anni di fila, ma che non ha potuto disputare causa assenza di fondi, ha organizzato una festa a raccolta fondi LIBERI, senza pressione alcuna”.
Stupisci sempre, dunque Michele Spampinato?
“Dunque Michele Spampinato, che è venuto alla prima della presentazione del mio ultimo libro il 16 ottobre scorso e al quale personalmente ho chiesto di non acquistare copia, perché conservata per lui, ma poi mi sono ammalato e l’ho solo sentito, quando sono a Catania e gioca il Catania, se mi sopporta, vado ad ascoltarmi la partita con lui ovunque lui sia … ma come ho letto da qualche parte è imminente che diventi per la terza volta papà, perciò avrà tempo da dedicare alla prole”.
Certo le parole di Massimo Fazio, sono crude e schiette, è un suo amico sicuramente Michele, anche se non vanno allo stadio assieme, anche se uno ha il cuore diviso in due e l’altro è unicamente icona rossazzurra, ma lottano al pari di chiunque altro coraggioso.
Le parole di Fazio fanno pensare, come quando Sgalambro disse che la mafia non gli interessava se non che era l’unica forma possibile di economia, non gliene fregava nulla di chi attaccava Cuffaro che a modo suo combatteva la mafia, anzi poteva essere uno scudo per salvare l’economia siciliana, che ben conosciamo, sempre più concetto astratto da combattere con la logica e non con la repressione. Questo è Massimo Fazio, visceralmente legato alla sociologia dell’ultrà Spampinato.