L’ALBA – Arte Cultura Società – Periodico d’informazione
8 marzo 2013
Nella Catania che legge e in quella che è stata portata a leggere, un noto editore, con 40 anni di storia alle spalle, noto anche per i costi bassi al fine di servire e favorire principalmente l’Ateneo catanese e i suoi studenti, ha scommesso su uno scrittore giovane che di accademico ha due lauree. La casa editrice è la Cuecm di Catania. L’autore è il poliedrico e ben conosciuto, negli ambienti dell’intellettualismo siciliano, Salvatore Massimo Fazio. Dell’autore, ricordiamo L’Albero di Farafi o della Sofferenza, scritto a 4 mani col poeta criminologo Giovanni Sollima, ed. Cuecm 2005, Villa Regnante ed. enricofolciediotore 2009 (quest’ultimo primo premio del concorso nazionale Segni D’Amore). Poi è la volta di Insonnie (ed. Cuecm, pagg. 96, € 9,00), sua ultima fatica, che ha raggiunto il suo primo e reale boom letterario tanto che, da quel 17 dicembre 2011 al gennaio 2013, il libro è giunto alla seconda edizione. Si legga bene edizione e non ristampa come tiene a precisare lo stesso Fazio, con oltre 3400 copie vendute in tutta Italia. Fazio, che èanche filosofo, dichiara senza mezzi termini, che sarebbe pronto ad abdicare i suoi titoli partendo dalla quinta elementare. Riconosce la grandezza dell’uomo vergogna ontologica dello sfregio alla cultura e della discriminazione tra le classi, specie più a sinistra, dove da sempre si crede il contrario. Attacca senza mezzi termini le Università, ma ancor prima chi vi insegna che costringe l’allievo studente ad avere una maturità necessariamente liceale al fine di essere ben visto e trattato. La sua irriverenza lo fa spingere oltre. La musica: sin dove tutti la prediligono come spazio di immagini e riproduzioni di un sistema da salvare, Salvatore Massimo la umilia, detestandola e definendola seme della sventura e pedofila per antonomasia, dove ne fa emergere il lato maledetto che ci riporta alla cioraniana memoria. Se in questa prima parte conclude con una sintomatica teoria del pelo nell’occhio, dove ad emergere è quel superamento del nichilismo che Fazio spiega come una definitiva chiusura della speranza, nella seconda troviamo un Fazio tenero, innamorato ma vendicativo al cospetto di se stesso. 13 poesie brevi dedicate all’amico Loreto Orati, ad Octavio Paz, ad una puttana qualunque che finì per prendere i soldi ad ogni prestazione del Fazio che capovolgendo i ruoli diventa puttana a domicilio e incassa denari dando il verbo e il nerbo. Questo Fazio cosi crudo e diretto non le manda a dire e a parer nostro ha pure ragione. È bastata una intervista ripresa da Panorama a lanciare a livello nazionale il libro e a fare produrre copie di cui l’editore non era abituato. Lo invitano nelle Università, nei comuni e nei centri culturali. Il nord est è particolarmente sensibile alle scritture di Fazio, lo definiscono un mistico (nella terza parte, quella aforistica, l’esaltazione di Dio si contrappone al necessario sterminio dei consumatori di droga cosi da poter fare le “sue passeggiate quotidiane in pace”) totalitarista. A febbraio 2013 è stato invitato alla Feltrinelli dell’estrema Trieste, dove giungeranno per ascoltarlo anche persone da Mantova. Di recente è stato anche alla Mondadori Diana di Catania. C’era un freddo cane quel giorno, ma Fazio, febbricitante, non si sottrae all’incontro. Lo accoglie un tavolo di relatori pieno di musicisti: c’è il regista Guglielmo Ferro, gli amici di sempre: Giovanni Sollima, Ubaldo Ferrin e Piero Lipera, noto avvocato del foro catanese. Ci sono anche l’attrice Nellina Laganà, che legge alcuni brani di Insonnie, e Ale Farruggio, il compositore che ha scelto gli scritti di Fazio per la sua prima pubblicazione discografica dal titolo Odo voci. Immancabili i filosofi Bianchetti, Coco e Scalisi. Poi gruppi formatisi nei forum della rete che lo sostengono… Insomma la sala è piena. Ubaldo Ferrini, storico conduttore catanese, lo introduce e specifica che prende le distanze da qualunque attacco alle Università. Fazio prende il microfono ed esordisce: «già mi sono reso antipatico con Aleo all’invito in Aula magna della facoltà di Scienze politiche di Catania. Se c’è qualche mantenuto che posa il suo culo sulle sedie con la scusa di essere docente quando invece regala esami tramite pompini, vedi la cronaca catanese degli ultimi 4 anni, esca da questo cenacolo perché io la merda l’ho presa sempre per il culo e due lauree le ho conseguite studiando semplicemente presentandomi alle lezioni e facendo la faccia dello stupito ad ogni “minchiata” che sparava un docente»… Si scoppia a ridere. Ecco Fazio è quel pessimista che vive il panico ma che ha amor per la battuta pronta… Fa spettacolo sempre! a volte volgare, altre volte parlando in greco per almeno 3 minuti.
Il suo Insonnie sarebbe stato concepito in 11 anni di malattia, l’insonnia appunto, che però oggi dichiara essere stata una grazia, specie per «quei 4 spiccioli incassati». Dichiara di dedicare il libro a Manlio Sgalambro suo maestro col quale poi ha interrotto definitivamente i contatti .
Un controverso bipolarismo artistico quello di Fazio, dove in Insonnie si legge un misto di tutto e nulla, dove ci trovi da Cioran a Carmelo Bene, da Pessoa a Francesco Totti, ma non citati, proprio come alternativi della gran confusione cristallina di questo libro che sta facendo proseliti nello «stivale», come ama dire lui parafrasando l’ex amico Franco Battiato, «dei maiali».
Si aprano le danze allo scandalo, quello vero non quello da gossip, e Insonnie, nelle sue tre parti: filosofica, poetica e aforistica mitragliante ne è esempio di libro unico.