E’ avvenuto ieri 26 luglio 2016, il contatto tra Carmelo Urzì, segretario UGL a tutela del lavoro, e Salvatore Massimo Fazio del cda Co.Re.Sam (Coordinamento regionale per la tutela della salute mentale), che ha prodotto quanto si legge di seguito, riguardo la catastrofica situazione dei mandati economici che il Comune di Catania ha totalmente congelato e sta portando all’esautoramento psicofisico, operatori e utenti del settore socio assistenziale e sociosanitario.
“Siamo fortemente preoccupati ed allarmati, per la situazione in cui si trovano i lavoratori delle cooperative e delle associazioni che hanno in affidamento i servizi socio-assistenziali per conto del Comune di Catania, che non ricevono lo stipendi dallo scorso mese di Ottobre [2015 n.d.r.]”. Ci uniamo alla loro legittima protesta chiedendo a gran voce al primo cittadino Enzo Bianco, all’assessore al bilancio Giuseppe Girlando ed all’assessore al walfare Angelo Villari, di trovare subito una soluzione che possa garantire un piano di rientro dall’enorme debito accumulato ad oggi con questi enti. Rivolgiamo anche accorato appello al Prefetto di Catania, affinché intervenga sull’amministrazione cittadina per salvare numerosi posti di lavoro e consentire ai lavoratori di ritrovare la serenità che meritano, perché fino ad oggi nonostante le difficoltà non hanno mai pensato di abbandonare gli assistiti“. Lo dichiara Carmelo Urzì, segretario provinciale della federazione Ugl sanità che questa mattina ha avuto un colloquio con Salvatore Massimo Fazio, filosofo e consigliere del Coordinamento Regionale per la Tutela della Salute Mentale [Co.Re.Sam n.d.r.]. “Tutte le realtà del settore con le quali ci confrontiamo lamentano questo disagio. Come può un operatore, che deve dare aiuto ai suoi utenti, lavorare con tranquillità quando le rette, già misere rispetto al resto d’Italia, tardano ad arrivare da mesi, costringendo gli enti assistenziali a non poter erogare gli stipendi? Comprendiamo che i comuni sono in crisi e molte volte falliscono – aggiunge Fazio – ma è pur vero che il servizio di assistenza deve continuare e chi lavora deve essere messo nelle condizioni di operare serenamente. Senza stipendi questo non può certo accadere, il terrore sopraggiunge non ci si deve di certo stupire se poi qualcuno di questi lavoratori giunge all’atto estremo, cedendo alla fragilità ed alla disperazione“. Intanto la Ugl ha inviato un messaggio di solidarietà ai dipendenti in stato di agitazione, annunciando che già dai prossimi giorni continuerà a seguire la vicenda finchè non verranno assunte le iniziative utili a tutela di chi ancora continua a consentire ai diversamente abili, ai bambini ed agli anziani un necessario sostegno e sopratutto un sorriso seppur celato da mille paure. “Non si può giocare con la pelle delle persone, tutto questo non è più tollerabile e noi Ugl, combattiamo a fiano di questi lavoratori che chiedono di aver riconosciuto le loro spettanze -conclude Urzì“.