Una piccola falena d’animo delicato s’invaghì una volta di una stella. Ne parlò alla madre e questa gli consigliò d’invaghirsi invece di un abat-jour. “Le stelle non son fatte per svolazzarci dietro”, gli spiegò. “Le lampade, a quelle sì puoi svolazzare dietro”.
“Almeno lì approdi a qualcosa”, disse il padre. “Andando dietro alle stelle non approdi a niente”.
Ma il falenino non diede ascolto nè all’uno nè all’altra. Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s’avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all’alba, se ne tornava a casa stremato dall’immane e vana fatica.
Un giorno il padre lo chiamò e gli disse: “Non ti bruci un’ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai. Tutti i tuoi fratelli si sono bruciacchiati ben bene volteggiando intorno ai lampioni di strada, e tutte le tue sorelle si sono scottate a dovere intorno alle lampade di casa. Su avanti, datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura! Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!”.
Il falenino lasciò la casa paterna ma non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada nè intorno alle lampade di casa: continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce. Lui credeva invece che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo.
Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, tanto che visse fino a tardissima età. I genitori, i fratelli e le sorelle erano invece morti tutti bruciati ancora giovanissimi.
Considerazioni personali:
Quante considerazioni possiamo trarre in relazione a questa bellissima parabola!
La prima è relativa all’OSARE.
Immediatamente mi torna alla mente la bellissima storia del Gabbiano Jonathan.
Il piccolo gabbiano Jonathan, anticonformista per natura, attraverso la sua apertura mentale, riesce ad intravedere una Nuova Via da seguire che si discosta enormemente dalla piatta banalità della vita di tutti gli altri gabbiani. Questa sua intraprendenza lo porta a comprendere che “non si vive di solo pane” come diceva Gesù e nel suo caso non si vive di solo pesce. Consapevolizzando che oltre al cibo, lui viveva della Luce e del Calore del Sole, della fresca aria del vento e delle dolci e spumeggianti onde del mare.
Tante similitudini tra il falenino della storia ed il Gabbiano. Il falenino non ha raggiunto la stella ma ci ha provato con costanza e la costanza premia sempre.
Il Maestro Giordano Bruno amava dire: “È di un’anima sordida pensare come il volgo, solo perché il volgo è in maggioranza.” E questa frase non ha bisogno di spiegazioni, anzi, spiega tutto da se.
I consigli del padre e della madre del falenino, chiusi nei loro schemi ripetitivi ancorati nel passato, somigliano a quei dogmi che qualcuno cerca di imporci da sempre e che rappresentano le minestre pronte preparate da altri e delle quali dobbiamo cibarci. Ma quando impariamo a prepararci da soli la minestra? Si, quando impariamo a vivere di quella Verità che rende liberi?..
È da tempo che sto cercando di scrivere un LIBRO AUTOBIOGRAFICO nel quale vorrei testimoniare il mio percorso di Vita e far vedere molto chiaramente che l’evoluzione umana non potrà mai passare attraverso i dogmi. Essi incatenano e rendono schiave le persone e come pesanti zavorre limitano la libera ricerca, indispensabile per ogni tipo di crescita, ma servendo con buona volontá e amando Dio vivo e vero “cercando prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno date in savrappiú. Non vi angustiate dunque per il domani, poiché il domani avrá giá le sue inquietitudini. Basta a ciascun giorno la sua pena.”
(Matteo 6:33-34)
Vi esorto a leggere e rileggere e meditare sulla frase di Giordano Bruno, essa rappresenta un faro nella vita di ogni serio ricercatore…
Un abbraccio di Luce e Pace
e buon fine settimana per tutti
con Amore Francesco
das Atmananda (G.B.)