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Il turista ed il pescatore. Rinuncia ai vizi e all’inutile (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

22 Maggio 2015 - Il Venerdì

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Sul molo di un piccolo villaggio messicano, un turista si ferma e si avvicina ad una piccola imbarcazione di un pescatore del posto. Si complimenta con il pescatore per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo avesse impiegato per pescarlo.
Pescatore: ’Non ho impiegato molto tempo’
Turista: ’Ma allora, perché non è stato di più, per pescare di più?’
Il messicano gli spiega che quella esigua quantità era esattamente ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze della sua famiglia.
Turista: ’Ma come impiega il resto del suo tempo?’
Pescatore: ’Dormo fino a tardi, pesco un po, gioco con i miei bimbi e faccio la siesta con mia moglie. La sera vado al villaggio, ritrovo gli amici, beviamo insieme qualcosa, suono la chitarra, canto qualche canzone, e via così, trascorro appieno la vita.’
Turista: ’La interrompo subito, sa sono laureato ad Harvard, e posso darle utili suggerimenti su come migliorare. Prima di tutto lei dovrebbe pescare più a lungo, ogni giorno di più. Così logicamente pescherebbe di più. Il pesce in più lo potrebbe vendere e comprarsi una barca più grossa. Barca più grossa significa più pesce, più pesce significa più soldi, più soldi più barche! Potrà permettersi un’intera flotta!!
Quindi invece di vendere il pesce all’uomo medio, potrà negoziare direttamente con le industrie della lavorazione del pesce, potrà a suo tempo aprirsene una sua. In seguito potrà lasciare il villaggio e trasferirsi a Mexico City o a Los Angeles o magari addirittura a New York!! Da lì potrà dirigere un’enorme impresa!…
Pescatore: ’ma per raggiungere questi obiettivi quanto tempo mi ci vorrebbe?’
Turista: ’25 anni forse’
Pescatore: ’….e dopo?’
Turista: ’Ah dopo, e qui viene il bello, quando i suoi affari avranno raggiunto volumi grandiosi, potrà vendere le azioni e guadagnare miliardi!!!!!!!
Pescatore:’…miliardi?…….e poi?’

Turista: ’Eppoi finalmente potrà ritirarsi dagli affari, e concedersi di vivere gli ultimi 5/10 anni della sua vita in un piccolo villaggio vicino alla costa, dormire fino a tardi, giocare con i suoi bimbi, pescare un po’ di pesce, fare la siesta, passare le serate con gli amici bevendo e giocando in allegria!’

Riflessioni personali:
La maggior parte delle persone vive per lavorare, per accumulare, per il superfluo…
I saggi lavorano per vivere, senza accumulare, senza disperdere le proprie energie rincorrendo il superfluo…
I primi muoiono senza aver vissuto, i secondi vivono ogni giorno l’essenza della vita…
Non siamo venuti in incarnazione su questo pianeta per trascorrere gran parte del nostro tempo nel lavoro o negli impegni quotidiani.
Abbiamo bisogno del tempo per guardarci dentro e viaggiare da entronauti….
Abbiamo bisogno di dedicarci al nutrimento dell’Anima attraverso la meditazione.
Coltivare le amicizie, stare del tempo con i nostri cari, contemplare un tramonto, nutrirsi dell’energia che ci dona il sole quando nasce al mattino ed “ascoltare” il suo suono mentre sorge sul mare, contemplare ed “ascoltare” il “rumore” che produce un filo d’erba che cresce…
La frenesia del lavoro finalizzato all’accumulo del denaro, protratta più del tempo necessario, ci limita dall’assaporare l’essenza dei doni che la vita ci porge.
Lavorare per vivere è necessario… vivere per lavorare è deleterio… accumulare è distruttivo…
Nella vita ditutti i giorni dobbiamo cercare di comprendere come sia possibile manifestare la Provvidenza Divina Illimitata nella vita senza dover dedicare tutto il nostro tempo al lavoro, affinché non ci manchi mai nulla mettendo in pratica le Leggi della Prosperità.
Ma come sempre questo è solo un nostro punto di vista, frutto di anni e di esperienze personali e come tali non sempre condividibili; ognuno è libero di dedicare la propria esistenza a ciò che meglio crede.
Un abbraccio di Luce e Pace
buon fine settimana per tutti
con Amore Francesco Das Atmananda
(in collaborazione con Giuseppe Bufalo)

Tu mi dici: “Se incontri uno schiavo addormentato, non lo svegliare, poiché può darsi che stia sognando la libertà”. Io ti rispondo: “Se incontri uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della libertà”.
Gibran

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