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Da 68 anni è icona del calcio pulito: Zdenek Zeman (Digressione 20)

19 Maggio 2015 - DIGRESSIONI

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“A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è    dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni  piazza in ogni angolo del mondo c’è un bambino che gioca e si diverte  con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un’industria    e sempre meno un gioco”

Zdenek Zeman
Quest’anno il boemo del calcio mondiale altresì detto il maestro, dittatura boema, sdegno zeman, icona del calcio pulito (curva nord inter n.d.r.) ha compiuto 68 anni di lucidità. Un uomo che fuggito dall’invasione comunista a Praga della ex Unione Sovietica molti lustri fa, si trapianta e studia in Sicilia, dove ad attenderlo lo zio (il famoso allenatore di calcio Vycpalek, due scudetti all’attivo con i gobbi). Zeman studia e mescola le discipline votate all’offensiva. Crea il calcio totale, più della zona di Sacchi, più dello champagne-soccer di Spalletti, solo due saranno se non più grandi, ma almeno al suo pari: Nils Liedholm e Salvo Bianchetti. Zeman è l’uomo che non ha temuto per il suo futuro calcistico,

 denunciando, a tutela di molti atleti che poi lo attaccarono (Vialli su tutti), il rischio di vita che nel calcio professionista si realizza con l’uso di sostanze dopanti. Ha pure denunciato il sistema, facendo crollare in serie c2 con 30 punti di penalizzazione la juventus (più nota come la squadra dei gobbi) che poi ha patteggiato e in c2 non vi giocò mai, esordendo in quel meraviglioso 2006/2007 nel campionato di serie b (pareggi con Albinoleffe, Rimini e sconfitte con Mantova, Spezia, Brescia e Bari). Zeman pagherà caro. Il “palazzo” si schiera contro, una serie di retrocessioni tutte causate da sfavori aribitrali, perchè in Italia chi dice il vero è una Cassandra. Ha forza, determinazione e stile: riparte da Pescara dove con 99 goal la compagine abruzzese torna in serie A. Zeman viene chiamato alla corte degli americani che due anni prima avevano rilevato l’ASRoma. Non un gran campionato, ma la forza di dire chiaramente, attraverso le sue scelte, che calciatori nullafacenti come Osvaldo e, tristemente, De Rossi (lamentavano che due allenamenti al giorno erano troppi) meritano la fabbrica e dovrebbero essere felici di spingere una palla con piedi e testa per guadagnare per circa 500 volte ciò che guadagna un precario. Zeman non completerà il campionato a Roma, ma l’amore per un uomo dignitoso e per il migliore allenatore di tutti i tempi rimane come sugello della vita di ogni sportivo. Adesso Zeman sta trattando il ritorno a Pescara, piazza che lo ama dove ha sfornato talenti del calibro di Verratti e Immobile, per non dimenticare i talenti Seno, Shalimov, Signori, Di Biagio, Biagioni, Sciacca, La Mela, Pjanic, Candela e due su tutti il grande portiere Mancini, morto prematuro a 42 anni e l’ancora in attività re di Roma Francesco Totti. Auguri mister.

Zeman_striscioneLo striscione che i tifosi della curva nord dell’Inter hanno esposto prima del match Inter Roma il 2/9/2012.

 

 

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